Il professor Roberto González Gutiérrez, coordinatore dell'incontro del Santo Padre alla Pontificia Università Cattolica del Cile, illustra la situazione sociale, politica e religiosa della nazione e parla dell’impatto della visita di Francesco
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“I grandi temi” della visita del Papa al Cile saranno legati “ai popoli originari che incontrerà nell'Araucanía, agli immigranti nel nord, ai giovani e alla cura della 'casa comune'”. L'ha dichiarato all'Agenzia Fides il professor Roberto González Gutiérrez, coordinatore dell'incontro del Santo Padre alla Pontificia Università Cattolica del Cile (PUCC).
Il paese che Francesco troverà “si dichiara al 50 per cento cattolico. Ma la fiducia nella Chiesa è crollata negli ultimi anni”, specie a causa degli scandali dei sacerdoti pedofili e alla loro gestione. Secondo il docente, lo “sfasamento” tra il messaggio dei pastori e ciò che vive la gente è una delle cause della disaffezione verso la Chiesa. Gli scandali, d'altra parte, “hanno danneggiato soprattutto chi ha un'identità cattolica debole”, riflette. La secolarizzazione è arrivata anche in Cile, un paese “con livelli di istruzione superiore molto alti”, e la gente con un livello educativo più alto è anche “più esigente, più critica, e chiede ragioni all'operato della Chiesa”. Che “non é sempre all'altezza”, ammette Gonzalez. Il mondo dell'educazione è un'area cruciale la società cilena, e attende la parola di Francesco il 17 gennaio. L'incontro alla PUCC è atteso anche perchè il sistema educativo, a finanziamento misto pubblico-privato e a gestione municipale, ha mostrato crepe negli ultimi anni, in una delle società maggiormente classiste e diseguali dell'America Latina. La Chiesa appoggia una riforma che mantenga l'apporto privato e il sovvenzionamento statale, anche per difendere gli intenti di laicizzazione totale dell'insegnamento, che metterebbe in pericolo la legittima opzione di un'istruzione cattolica. Dal Papa non si attendono lineamenti speficici, ma si spera in un incoraggiamento verso un modello educativo di qualità per tutti, con una parità di opportunità per le scuole statali e quella cattolica o comunque private.
La preparazione dell'incontro ha coperto vari aspetti, con enfasi sulla massimizzazione degli effetti del suo passaggio nel tempo. Fiore all'occhiello è lo studio di impatto “L'impronta della visita di Papa Francesco nella società cilena”, contributo specifico dell'Università, del quale i risultati e l'architettura metodologica saranno un regalo che la delegazione pontificia si porterà a casa per poter poi applicarla a futuri viaggi pastorali. 1.800 persone hanno già partecipato alla prima fase del rilevamento della percezione della vita ecclesiale in relazione a vari aspetti della società cilena. Le risposte si compareranno a quelle che le stesse persone daranno dopo il passaggio del Santo Padre. Nei mesi precedenti, l'Università ha realizzato un festival culturale e sportivo aperto e un seminario accademico di alto livello sulla Laudato Si. Coinvolti modo anche i bambini delle scuole elementari di Santiago, che hanno decorato il “soffitto” a cielo aperto del cortile dove parlerà il Papa con centinaia di bandierine disegnate da loro. La parola del Pontefice sarà preceduta solo da un saluto del Rettore e dal programma di preparazione per animare l'attesa del suo arrivo. Oltre ai 3.050 assistenti, tra comunità universitaria e invitati del settore educativo, all'esterno saranno istallati maxischermi (“ispirati dall'idea del Papa di un'accademia aperta alla comunità”).
L'immigrazione è un'altro argomento scottante della visita. Sarà probabilmente affrontato da Francesco a Iquique, durante la messa del 18 gennaio. Il Cile è meta di lavoratori (specie giovani) in primo luogo dal Perù, ma anche da Argentina, Bolivia, Ecuador, Brasile e Venezuela. Si calcola che quasi il 6 % della popolazione sia composta da stranieri. I pregiudizi e la percezione della discriminazione sono legati alla scarsa scolarità e alla non conoscenza diretta. Uno studio della PUCC, evidenzia che il 64 % dei cileni che ha affermato di parlare o interagire frequentemente con immigranti peruviani (esperienza del 36 % dei cileni) giudica il rapporto che ne nasce come “abbastanza” o “molto amichevole”. Solo il 17 % dei cileni dice di avere avuto tensioni o conflitti con loro.
A riguardo degli indigeni mapuche, in conflitto con lo Stato sin dalla sua fondazione per questioni territoriali, culturali e di discriminazione, sarà fondamentale l'incontro privato col Papa che avverrà a Temuco, nella loro terra. Rosa Isolde Reuque, incaricata della pastorale mapuche di quella diocesi, ha spiegato a Fides che “i mapuche sono all’80% cattolici battezzati”, anche se alcuni passano poi alle Chiese Evangeliche, e che, comunque, la Cattolica “è la Chiesa più vicina alla nostra cosmovisione”. Per una minoranza di loro – che ha persino incendiato decine di chiese - la Chiesa Cattolica sarebbe complice dello Stato oppressore. Ma la Reuque spiega che il vescovo di Temuco, mons. Héctor Vargas, ha avuto “la delicatezza e la fortezza” di presiedere la commissione governativa per la risoluzione del conflitto, che ha “rafforzato il dialogo, rispettoso dell'interculturalità, come strumento per la risoluzione dei reclami”. I lavori hanno prodotto conclusioni consegnate al governo. “La Chiesa è sempre disposta ad aiutare”, conclude, e menziona due “documenti seri”, a firma due vescovi di Temuco, uno dei quali è una lettera pastorale profondamente inculturata e molto ben accolta dai mapuche sul principio fondamentale dell'etica sociale indigena, il “buen vivir” (“vivere buono”, in una traduzione libera). Ai suoi “fratelli che hanno un'opinione diversa”, Isolde chiede “che aspettino con tranquillità” e che “rispettino le opinioni diverse”.
La precaria situazione dei carcerati è un'altra preoccupazione della Chiesa, e il Papa visiterà il centro di detenzione femminile di Santiago il giorno 16. Secondo il professor González, la visita del Papa è di grande rilevanza perchè rafforza l'identità cattolica e la fede dei credenti. “Lascerà una traccia profonda nella comunità” e “muoverà” all'azione i leader spirituali. Il professore ricorda la profonda traccia del passaggio di san Giovanni Paolo II, la cui “eredità”, tra l'altro, è stata una fondazione universitaria che ha permesso, attraverso borse di studio, che 500 giovani di scarse risorse economiche si laureassero, rafforzando nell'agenda politica la problematica dell'educazione alla portata di tutti. Intanto, oltre al grande impegno dei giovani (sono loro la maggior parte dei 15 mila volontari della visita), Francesco ha già “provocato” l'instituzione di una Cattedra di Sostenibilità economico-sociale e ambientale nella PUCC. Il resto, “sarà una sorpresa” è convinto González.
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“The major issues” during the Pope’s visit to Chile, which will be connected with the “native peoples and the Pope’s visit to them in Araucanía, the immigrants in the north, Chile’s youth and care for a 'common homeland'”. Fides learned from professor Roberto González Gutiérrez, coordinator of the Holy Father’s visit to the Pontifical Catholic University of Chile PUCC.
Pope Francis will find a country which “declares itself fifty per-cent Catholic, however, confidence in the Church has in recent years dropped decisively ”, particularly because of scandals involving paedophile priests and the handling of those cases. For the professor “discrepancy” between the clergy’s message and the experience of the people is one cause of disaffection towards the Church. The scandals, “affected above all persons with a weak Catholic identity”, he remarks. Secularisation has reached also Chile, a country “with marked levels of higher-education”, and people with high level instruction are also “more demanding, more critical, and they desire to know the reasons for the Church’s response”, which “is not always equal to the task”, Gonzalez admits. The world of education, a crucial area in Chilean society, awaits the words of Francis on 17 January. Also eagerly awaited is the encounter at the PUCC Pontifical Catholic University of Chile because the education system, supported by mixed funding public-private and municipal management has shown cracks in recent years here in one of Latin America’s most classist and unfair societies. The Church supports a reform which maintains both private contribution and state grants, also to stem intents for total secularisation of education which would endanger the legitimate option for a Catholic education. It is not that the Pope is expected to give specific instructions, but it is hoped he will offer encouragement for a model of quality education for all, equal opportunities in state schools and in Catholic or anyway private Institutions.
Preparations for the event covered various aspects with emphasis on the maximisation of the effects in years to come. The boast being an impact study “The imprint of the visit of Pope Francis in Chilean society”, a specific contribution of the University, of which the results and methodological architecture will be a gift for the papal delegation to take home and apply for future pastoral visits. Some 1,800 individuals took part in the first stage sounding the perception of church life in relation to various aspects of Chilean society. Those answers will then be compared by responses from the same people following this visit of the Holy Father. During the months leading up to the visit, the University organised an Open Festival of Culture and Sport and also a high level academic seminar on Pope Francis’ Laudato Si encyclical. Among those involved also Santiago primary school children who made hundreds of small flags to decorate the “ceiling” of an open air courtyard where the pupils will be addressed by the Pope. His words will be preceded by a brief greeting from the university Rector followed by specially planned activities awaiting the Holy Father’s arrival. “Inspired by the Pope’s idea of an academy open to the community”, participants will include 3,050 assistants, university community members and guests in the field of education inside the institution and many more outside thanks to maxi monitors.
Immigration is another key issue during the visit. Pope Francis will probably tackle it in Iquique, on the occasion of a Mass there on 18 January. Chile attracts foreign workers (young ones in particular) mainly from Peru, but also from Argentina, Bolivia, Ecuador, Brazil and Venezuela. It is estimated that about 6 % of the population is composed of foreigners. Prejudice and the perception of discrimination are connected with a lack of schooling and a lack of information. A PUCC questionnaire revealed that 64 % of Chileans said they speak or interact frequently with Peruvian immigrants (experience of 36 % of Chileans ) and consider the ensuing relations as “satisfactory” or “very friendly”. Only 17 % of Chileans said they experience tension or conflict with immigrant workers.
Regarding the indigenous Mapuche people in conflict with the State since its foundation over territorial, cultural and discriminatory matters, most important will be a private meeting with the Pope in Temuco, their traditional homeland. Rosa Isolde Reuque, Catholic church delegate for Mapuche pastoral care in the Temuco diocese told Fides “Mapuche people are 80% baptised Catholics ”, although some join Evangelical Christian communities the Catholic Church, “is the closest to our Mapuche Cosmovision”.
A small minority– which even torched tens of church buildings, sees the Catholic Church as an accomplice of the oppressor State. However Rosa Reuque explains that the Bishop of Temuco, Mons Héctor Vargas, had the “delicacy and the strength” to preside a government commission for the resolution of the conflict which “strengthened dialogue with respect for inter-cultural activity, as a means of settling claims”. The talks led to conclusions which were handed to the government. “The Church is always ready to help”, she concludes and mentions two “serious letters”, signed by two Bishops of Temuco, one a pastoral letter deeply acculturated and warmly received by the Mapuche on the founding principle of indigenous social ethics, “buen vivir” (“good living”, freely translated). Isolde advises “brothers and sisters with different opinions”, …“to wait patiently” and “respect diverse opinions”.
The precarious situation of prison detainees is another major concern of the local Church, and the Pope will visit a female detention centre in Santiago on January 16. According to professor González, the Pope’s visit is most important because it will strengthen the people’s Catholic identity and faith. “It will leave a lasting mark on the community ” and “push” spiritual leaders in their activity. The professor recalls the profound traces left by the visit of Saint Pope John Paul II, (1987) its “heritage” was the establishing of a university fund which thanks to grants enabled some 500 young people with limited resources to obtain university degrees, putting high on the political agenda the issue of education within reach of everyone. In the meantime, besides the generous commitment of young Chileans (the majority of 15 thousand volunteer helpers for the papal visit), Francis has already “caused” the institution by PUCC of a Chair of Economic-Social and Environmental Sustainability. What happens next, “will be a surprise” says González with conviction.
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El profesor Roberto González Gutiérrez, coordinador del encuentro del Santo Padre en la Universidad Católica de Chile, ilustra la situación social, política y religiosa del país y habla sobre el impacto de la visita de Francisco.
“Los grandes temas” de la visita del Papa a Chile estarán relacionados “con los pueblos indígenas con los que se reunirá en la Araucanía, los inmigrantes del norte, los jóvenes y el cuidado de la “casa común”. Son declaraciones a la Agencia Fides del profesor Roberto González Gutiérrez, coordinador del próximo encuentro del Papa en la Pontificia Universidad Católica de Chile (PUCC).
El país que Francisco encontrará “se declara al 50 por ciento católico. Pero la confianza en la Iglesia ha caído en los últimos años”, especialmente, a causa del escándalo de los casos de sacerdotes pedófilos y la gestión que se ha hecho de los mismos. Según este profesor, el “desfase” entre el mensaje que envían los pastores y lo que vive la gente es una de las principales causas de la desafección hacia la Iglesia. Por otro lado, los escándalos, “han hecho mella especialmente en aquellos que tienen una identidad católica débil”, asegura. La secularización ha llegado a Chile, un país “con muy altos niveles de la educación superior”. Las personas con un nivel educativo superior son también “más exigentes, más críticas, y piden cuentas al trabajo de la Iglesia”, “que no siempre está a la altura”, admite González. En la sociedad chilena, el mundo de la educación es un tema crucial y esperan las palabras de Francisco el próximo 17 de enero. Hay expectación por el encuentro en la PUCC también porque el sistema educativo, -con financiación mixta público-privada y gestión local-, ha mostrado deficiencias en los últimos años, en una de las sociedades más clasistas y desiguales de América Latina. La Iglesia apoya una reforma que mantenga la aportación privada y la subvención pública, también para responder a los intentos de una total secularización de la enseñanza, lo que pondría en peligro la opción legítima de una educación católica. No se espera del Papa ninguna orientación específica pero sí que su presencia sea un estímulo para trabajar por un modelo educativo de calidad para todos, con igualdad de oportunidades para las escuelas públicas, católicas y privadas.
La preparación del encuentro ha abarcado varios aspectos, poniendo el acento en maximizar los efectos de su paso el mayor tiempo posible. Uno de los mayores logros es el estudio del impacto “La huella de la visita del Papa Francisco en la sociedad chilena”, una aportación de la Universidad cuyos resultados y metodología serán un regalo que la delegación pontificia se llevará a casa para poder aplicarlo a futuros viajes pastorales.
Ya han participado 1.800 personas en la primera fase de análisis de la percepción de la realidad de la Iglesia en relación con varios aspectos de la sociedad chilena. Las respuestas obtenidas se compararán con las que las mismas personas ofrecerán después del pasaje del Santo Padre. Durante los meses previos, la Universidad ha llevado a cabo un festival cultural y deportivo abierto y un seminario académico del más alto nivel sobre Laudato Si. Participaron también los niños de las escuelas primarias de Santiago, que han decorado con cientos de banderas el “techo” al aire libre del patio donde hablará el Papa. Antes que el Pontífice, dirigirá un saludo el Rector. Además de los 3.050 asistentes, -entre la comunidad universitaria y e invitados del ámbito educativo-, se instalarán pantallas gigantes, “inspiradas en la idea del Papa de una academia abierta a la comunidad”.
La inmigración es otro tema candente de la visita. Probablemente lo afrontará el Papa en Iquique, durante la misa del 18 de enero. Chile es una meta para trabajadores, especialmente jóvenes, sobre todo de Perú, pero también de Argentina, Bolivia, Ecuador, Brasil y Venezuela. Se estima que casi el 6% de la población está compuesta por extranjeros. Los prejuicios y la percepción de la discriminación están relacionados con la falta de educación y la falta de conocimiento directo. Un estudio de la PUCC muestra que el 64% de los chilenos que afirmaron hablar o interactuar frecuentemente con inmigrantes peruanos (36% de la experiencia chilena) juzgan la relación que surge como “suficiente” o “muy cordial”. Solo el 17% de los chilenos dice haber vivido tensiones o conflictos con ellos.
A propósito de los indígenas mapuche, -en conflicto con el estado desde su fundación cuestiones territoriales, culturales y por la discriminación vivida-, será vital la reunión privada que mantendrán con el Papa y que tendrá lugar en su tierra, Temuco. Rosa Isolda Reuque, encargada de la pastoral mapuche de esa diócesis, explica a Fides que “el 80% de los mapuches son católicos bautizados”, aunque algunos pasan luego a las iglesias evangélicas, y que, en cualquier caso, la Iglesia católica “es la más cercana a nuestra visión del mundo”. Para una parte minoritaria de ellos – que incluso ha llegado a prender fuego a varias iglesias- la Iglesia católica sería cómplice del Estado opresor. Pero Reuque asegura que el obispo de Temuco, monseñor Héctor Vargas, ha tenido “la delicadeza y la fuerza suficientes” para presidir la comisión del gobierno para resolver el conflicto, que ha “fortalecido el diálogo, respetando la interculturalidad, como una herramienta para la resolución de las reclamaciones”.
Los trabajos han dado lugar a unas conclusiones que se entregaron al gobierno. “La Iglesia siempre está dispuesta a ayudar”, concluye, y menciona dos “documentos de peso”, firmados por dos obispos de Temuco. Uno es una carta pastoral muy respetuosa con su cultura, -y muy bien recibida por los indígenas mapuches-, fundada en los principios de la ética social indígena, en el “buen vivir”. A sus “hermanos que tienen una opinión diferente”, Isolda pide “que esperen con tranquilidad” y que “respeten las opiniones discordantes”.
La precaria situación de los presos es otra de las preocupaciones de la Iglesia, por eso, el día 16 el Papa visitará el centro penitenciario de mujeres de Santiago. Según el profesor González, la visita del Papa es de gran importancia porque refuerza la identidad católica y la fe de los creyentes. “Dejará una huella profunda en la comunidad” y “será un estímulo” para que los líderes espirituales actúen.
El profesor recuerda la fuerte impronta que dejó el paso de San Juan Pablo II, cuya “herencia”, entre otras cosas, fue una fundación universitaria que ha permitido, a través de becas, que 500 jóvenes de bajos recursos económicos se graduaran, haciendo presente en la agenda política el problema de la educación al alcance de todos. Mientras tanto, junto al gran compromiso de los jóvenes (son la mayor parte de los 15.000 voluntarios de la visita), Francisco ya “ha provocado” la creación de una Cátedra de Sostenibilidad Económica, Social y Ambiental en la PUCC. González está convencido de que el resto del viaje “será una gran sorpresa”.