Fondata nel 1927, l’Agenzia Fides da 90 anni è al servizio della missione attraverso l’informazione. Adeguandosi ai cambiamenti del mondo della comunicazione, fedele alla sua mission originaria, continua a raccontare il cammino della Chiesa nel mondo, dando notizia di popoli, situazioni e comunità spesso ignorate dai circuiti mediatici internazionali
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Quasi un secolo fa, in quella che viene considerata la “magna charta” dell’attività missionaria nell’epoca contemporanea, la Lettera Apostolica “Maximum illud” (30 novembre 1919) di Papa Benedetto XV “sull’attività svolta dai missionari nel mondo”, si leggeva tra l’altro: “Ci recano gran dispiacere certe Riviste di Missioni, sorte in questi ultimi tempi, nelle quali più che lo zelo di estendere il regno di Dio, appare evidente il desiderio di allargare l’influenza del proprio paese: e stupisce che da esse non trapeli nessuna preoccupazione del grave pericolo di alienare in tal modo l’animo dei pagani dalla santa religione. Non così il Missionario cattolico, degno di questo nome. Non dimenticando mai che non è un inviato della sua patria, ma di Cristo, egli si comporta in modo che ognuno può indubbiamente riconoscere in lui un ministro di quella religione che, abbracciando tutti gli uomini che adorano Dio in spirito e verità, non è straniera a nessuna nazione…”
A pochi mesi dalla fine del primo conflitto mondiale era forte la preoccupazione per le missioni estere, mentre i paesi europei uscivano dalla guerra con l’economia in crisi e l'industria bellica da riconvertire in civile. La presenza missionaria nelle colonie era spesso percepita come presenza straniera al servizio di interessi di nazioni, gruppi o individui, e tale prospettiva era in parte alimentata anche da “certe Riviste di Missioni”, come lamentava Benedetto XV.
In questo contesto, pochi anni dopo, il Consiglio Superiore Generale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede, nella sua riunione del 4 aprile 1927, decideva la nascita dell’Agenzia Fides, la prima Agenzia Missionaria della Chiesa e tra le prime Agenzie di informazione al mondo. Dovranno passare più di trent’anni perché il Concilio Vaticano II affermi con chiarezza il contributo dei mezzi di comunicazione sociale “a estendere e a consolidare il Regno di Dio” (Inter mirifica, 2). “Perché tutti e singoli i fedeli conoscano adeguatamente la condizione attuale della Chiesa nel mondo e giunga loro la voce delle moltitudini che gridano: «Aiutateci», bisogna offrir loro dei ragguagli di carattere missionario con l'ausilio anche dei mezzi di comunicazione sociale: sentiranno così come cosa propria l'attività missionaria, apriranno il cuore di fronte alle necessità tanto vaste e profonde degli uomini e potranno venir loro in aiuto. È necessario altresì coordinare queste notizie e cooperare con gli organismi nazionali e internazionali” (Ad Gentes, 36).
Il 5 giugno 1927, il Cardinale Prefetto della Sacra Congregazione “de Propaganda Fide”, Card. Guglielmo Van Rossum, informava i Superiori delle Missioni e degli ordini religiosi della nascita dell’Agenzia Fides. Nello statuto si enunciava che compito dell’Agenzia era fornire “notizie di attualità tali da tornare utili non solo alla pubblicazione degli annali e delle riviste missionarie, ma anche alla stampa non propriamente missionaria di tutti i Paesi”. L’Agenzia era chiamata a pubblicare “studi sulle condizioni attuali delle missioni e sugli argomenti religiosi e sociali delle missioni stesse”. Nelle indicazioni per i Corrispondenti si elencavano dettagliatamente tali argomenti.
Il 13 dicembre 1927 ebbe quindi inizio il servizio dell’Agenzia Fides alla causa dell’evangelizzazione. L’Agenzia divenne centro di raccolta, di produzione e di diffusione di materiale informativo sul mondo missionario, attraverso notizie e fotografie di attualità, studi sulle condizioni sociali e ambientali delle Missioni, oltre che naturalmente sull’opera di annuncio del Vangelo, tutto materiale inviato da una rete di missionari che fungevano da corrispondenti, incaricati dai rispettivi Superiori.
Alle prime edizioni stampate in lingua inglese, francese e polacca (quest’ultima per un breve periodo) degli inizi, seguirono quelle in lingua italiana (1929), spagnola (1930) e tedesca (1932). In tempi più recenti è nato il sito internet (1998) e si sono aggiunte le edizioni on line in lingua cinese (1998), portoghese (2002) e araba (2008). Queste ultime due sono state attualmente sospese in vista di una revisione e riorganizzazione del servizio. Dal 2009 è stata sospesa la pubblicazione cartacea delle notizie dell’Agenzia, che è unicamente on line in tutte le sue lingue. L’Archivio fotografico, interrotto nel 1970, comprende circa 10.000 fotografie, attualmente custodite nell’Archivio Storico di Propaganda Fide, che costituiscono un patrimonio missionario inestimabile, soprattutto nella sua parte più antica, documentando in modo unico la storia delle missioni cattoliche.
Secondo una ricerca del Centro Comunicazioni Sociali della Pontificia Università Urbaniana, “nel 1939 si notava già che centinaia di quotidiani accoglievano quanto veniva redatto dall’Agenzia… Prima della seconda guerra mondiale, si potevano numerare ben 2.000 giornali, periodici e centri di informazione di 45 paesi che dipendevano da Fides per le loro pubblicazioni. Le informazioni su Chiese e società rilanciate da Fides, hanno suscitato aiuti concreti (donazioni e sussidi) a diverse Chiese di missione”.
Le vicende della seconda guerra mondiale e le conseguenze del post conflitto hanno rallentato la crescita di Fides per diversi motivi tra cui l’interruzione del servizio postale e della pubblicazione di giornali e periodici, le difficoltà incontrate dai corrispondenti, la priorità di altri aspetti legati alla ricostruzione. Tuttavia l’Agenzia ha proseguito il suo servizio, con la redazione e l’invio di notizie settimanali.
Negli anni Novanta venne deciso il rilancio dell’Agenzia Fides che, pur avendo un passato glorioso, non registrava più un forte impatto sui media. Ai sacerdoti missionari che avevano costituito in gran parte l’organico dell’Agenzia si sono sostituiti gradualmente redattori e traduttori laici, i temi affrontati si sono moltiplicati come anche le fonti di informazione, l’uso di Internet ha consentito maggiore tempestività nella redazione e nell’invio delle notizie, sono stati allacciati contatti con altri organi di informazione, con giornalisti, con gli istituti missionari non solo italiani, con il mondo del volontariato e i movimenti, con le realtà ecclesiali locali nella loro variegata articolazione. Si è così andata ampliando notevolmente la platea dei lettori di Fides.
La rivoluzione nel mondo delle comunicazioni generata da Internet è avanzata a ritmo incalzante negli ultimi tempi, favorendo su larga scala la diffusione delle reti sociali che fanno ormai parte della vita quotidiana, soprattutto dei giovani. Si parla ormai di un “sesto continente”, il continente digitale, anche se non bisogna dimenticare che ad una metà del pianeta connessa ad Internet, corrisponde l’altra metà che non può accedervi.
La diffusione degli strumenti e delle tecnologie di comunicazione ha portato ad un impressionante volume di informazioni che rimbalzano quasi in tempo reale da una parte all’altra dei cinque continenti e che vengono bruciate rapidamente, mentre i meccanismi di informazione tradizionali sono saltati: chiunque può scrivere, riprendere, fotografare e mettere in rete la sua produzione condividendola con milioni di persone.
I rischi sono tanti, solo alcuni individuati, oltre a quello paradossale dell’incomunicabilità tra le persone nell’epoca degli strumenti di comunicazione. Un enorme quantitativo di informazioni viene consumato nel giro di pochi minuti, determinando una progressiva incapacità di approfondimento di temi e situazioni, aspetto particolarmente rilevante per il mondo missionario, e ancor meno della verifica delle fonti. I media influenzano il clima sociale e culturale in cui vive gran parte della popolazione mondiale, diventando a volte amplificatori di campagne di odio e discriminazione, né vanno sottovalutati i rischi della concentrazione dell’informazione nelle mani di pochi.
Il panorama delle sfide poste oggi dal mondo dei media è vasto e complesso, continuamente in aggiornamento, mentre sempre valida risulta l’affermazione di Inter Mirifica: “La Chiesa riconosce che questi strumenti se bene adoperati, offrono al genere umano grandi vantaggi, perché contribuiscono efficacemente a sollevare e ad arricchire lo spirito, nonché a diffondere e a consolidare il regno di Dio. Ma essa sa pure che l'uomo può adoperarli contro i disegni del Creatore e volgerli a propria rovina” (IM 2).
In occasione dei 50 anni dell’Agenzia Fides, il 3 dicembre 1977, l’allora Prefetto di Propaganda Fide, il Card. Agnelo Rossi, disse: “La Fides è stata senza dubbio l’organo di stampa che ha reso il più vasto e qualificato servizio missionario di informazione e di animazione per tutta la Chiesa”. Trascorsi 40 anni da quell’evento, nella consapevolezza che “la missione di Cristo redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento”, anzi “tale missione è ancora agli inizi e dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio” (Redemptoris Missio, 1), l’Agenzia Fides non può che rinnovare il suo impegno in questo “servizio missionario”.
L’attualità di tale compito, in un contesto dove si manifesta più marcatamente la multiculturalità e la multireligiosità, dove il mondo dell’informazione è profondamente mutato e spesso soggetto ad interessi particolari, l’Agenzia Fides deve raccogliere la sfida e continuare a raccontare speranze, problemi, attese del mondo, a dare notizia di situazioni e scenari ignorati dal circuito mediatico internazionale senza ricercare affannosamente lo scoop, ad essere voce di paesi e Chiese trascurate dai network, a saper cogliere gli orizzonti della missione ad Gentes e i nuovi areopaghi in cui far risuonare il Vangelo di Cristo.
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Fides News Agency 90 years in the service of Mission
Established in 1927, Fides News Service is marking 90 years of activity at the service of Mission providing information and animation. Adapting to changes in the world of communications, faithful to her Mission, Fides continues to narrate the path of the missionary Church in the world, supplying news of peoples, situations and communities often ignored by international circuits.
Almost a century ago, in what is considered the “Magna Charta” of missionary activity in this present epoch, the Apostolic Letter Maximum illud (30 November 1919) by Pope Benedict XV “regarding the activity of missionaries the world over”, affirms : “We have been deeply saddened by some recent accounts of missionary life, accounts that displayed more zeal for the profit of some particular nation than for the growth of the kingdom of God. We have been astonished at the indifference of their authors to the amount of hostility these works stir up in the minds of unbelievers. This is not the way of the Catholic missionary, not if he is worthy of the name. No, the true missionary is always aware that he is not working as an agent of his country, but as an ambassador of Christ. And his conduct is such that it is perfectly obvious to anyone watching him that he represents a Faith that is alien to no nation on earth, since it embraces all men who worship God in spirit and in truth (Colossians 3:12)…” (20)
A few months after the end of the first world war there was deep concern for the foreign missions as European countries came out of the war with national economies in crisis and war industries to be reconverted into civil activity. The presence of missionaries in colonies was often perceived as a foreign presence at the service of the interests of a particular nation or group or individual person and this viewpoint was partly fed by “certain Mission publications”, as Benedict XV lamented.
In this context, a few years later, the General Superior Council of the Pontifical Mission Society Propagation of the Faith, during a meeting on 4 April 1927, decided to launch Fides Mission Service, the first of its kind in the Church and indeed in the world. A good thirty years were to pass before the Second Vatican Council acknowledged clearly the contribution given by the means of social communications “towards spreading and consolidating the Kingdom of God” (Inter mirifica, 2). “But in order that each and every one of the Christian faithful may be fully acquainted with the present condition of the Church in the world, and may hear the voice of the multitudes who cry "Help us!" (cf. Acts 16:9), modern means of social communication should be used to furnish such mission information that the faithful may feel this mission work to be their very own, and may open their hearts to such vast and profound human needs, and may come to their assistance. It is also necessary to coordinate the information, and to cooperate with national and international agencies.” (Ad Gentes, 36).
On 5 June 1927, the Cardinal Prefect of the Sacred Congregation de Propaganda Fide, Cardinal Guglielmo Van Rossum, informed the Superiors of Missions and Religious Orders of the launching of Fides Missions Service. Its statute explained that the task of the Missions Service was to supply “news which would serve the publication of annuals and missionary reviews, but also the press not specifically missionary in the different countries”. The News Service was to publish “studies regarding the present conditions of Catholic missions and religious and social questions regarding missionary activity”. The indications for correspondents included a detailed list of these matters.
Therefore the date 13 December 1927 marked the beginning of the Fides Mission Service for the cause of evangelization. Fides News Service became a centre for gathering, producing and diffusing informative material on the missionary world by means of written information as well as photographs, studies on the social and surrounding conditions in mission countries, besides the work of announcing the Gospel, all this material was sent to Fides by a network of missionaries who, engaged by their respective superiors, served also as correspondents.
The very first editions, printed in English, French and Polish (the latter only for a brief period), were followed by editions in Italian (1929), Spanish (1930) and German(1932). In more recent times Fides opened its own web site (1998) with the addition of Chinese editions on line (1998), Portuguese (2002) and Arabic (2008). The last two language editions have been temporarily suspended in view of a re-organisation of the Service. In 2009 the printed paper edition of Fides was stopped but remains on line in all its languages. Fides boasts a unique photographic archive, which was stopped in 1970, its 10,000 photographs, presently preserved in the Historical Archive of Propaganda Fide, constitute an inestimable mission patrimony, particularly the earliest photographs and editions which offer singular documentation regarding the history of Catholic Missionary activity.
A study undertaken by the Social Communications Centre at the Pontifical Urban University in Rome remarks, “in 1939 it was clear that hundreds of daily newspapers were taking up the news items published by Fides … Before the Second World War no less than 2,000 newspapers, periodicals and centres of information in 45 different countries depended on Fides for their publications. News regarding local Churches and respective societies brought concrete aid (donations and subsidies) for numerous Churches and communities in mission lands”. The vicissitudes of World War II and the consequences of the post war period were a setback for the growth of Fides for various reasons including the interruption of postal services and publication of daily papers and periodicals, difficulties encountered by correspondents, priority given to other aspects connected with the work of post-war rebuilding … Nevertheless Fides new service continued its work of compiling and posting weekly bulletin.
In the 1990s it was decided that Fides needed to be re-launched, because, in spite of its glorious past, it had lost some of its former impact on the media. The first missionary correspondents which had constituted the greater part of the Fides staff were gradually replaced by religious writers and lay translators, based in Rome at the Propaganda Fide building , the subjects treated multiplied as did the sources of information, the use of the Internet brought more speed to the work of writing and sending news. Fides worked together with similar information services, with journalists, missionary institutes not only Italian, with the world of voluntary work and Church movements, local Church activities in the various different fields. This enabled Fides to broaden its basin of readers.
The revolution in the world of communications generated by the Internet has gathered speed in recent years, with an ever wide diffusion of social networks which are now part of daily life, especially among the younger generations. We speak now of a “sixth continent” the digital continent, although it should not be forgotten that for one half of the planet connected to the Internet there is the other half where access is denied.
The diffusion of communication tools and technologies produces a remarkable volume of information which bounces almost in real time from one part to another of the five continents and is consumed in a few minutes, while traditional means of information wane: anyone can write, report, photograph and put his or her production on line sharing it with millions of other people.
The dangers are many and serious, only a few as yet identified, besides the paradox of incommunicability between persons in this era of communication technology. An enormous quantity of information is consumed in a few minutes, causing a progressive incapacity for in-depth consideration of questions and situations, an aspect of particular importance in the missionary world, not to mention the impossibility to verify news sources. The media impact the social and cultural climate in which the greater part of the world population lives, becoming at times amplifiers of campaigns of hatred and discrimination, and the risk of information being concentrated in the hands of a few is not to be underestimated.
The panorama of the challenges posed today by the media is vast and complex, in a continual state of updating, while still valid is a statement in the document Inter Mirifica: “The Church, our mother, knows that if these media are properly used they can be of considerable benefit to mankind. They contribute greatly to the enlargement and enrichment of men's minds and to the propagation and consolidation of the kingdom of God. But the Church also knows that man can use them in ways that are contrary to the Creator's design and damaging to himself.” (IM 2).
On the occasion of the 50th anniversary of Fides News Service, on 3 December 1977, the then Prefect of Propaganda Fide, Cardinal Agnelo Rossi, observed: “Fides News Service has undoubtedly offered the most qualified and far reaching missionary service of information and animation for the entire Church”. Then forty years later aware that “the mission of Christ the Redeemer, which is entrusted to the Church, is still very far from completion”, indeed “this mission is still only beginning and we must commit ourselves wholeheartedly to its service.” (7th December 1990 Redemptoris Missio, 1), Fides cannot fail to confirm its commitment to this “missionary service”.
The topicality of this task, in a context ever more multicultural and multi-religious nature, in a world in which information has changed profoundly and is often subject to particular interests, Fides News Service must take up the challenge and continue to tell the hopes, difficulties and expectations of the world and highlight situations and scenarios ignored by the international media circuit, not in a frantic search for the scoop, but striving instead to be the voice of nations and Churches overlooked by the networks, and to recognise the horizons of Mission ad Gentes and new areopagus in which to make resound the Gospel of Jesus Christ.
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L’Agence Fides, 90 ans au service de la Mission
Fondée en 1927, l’Agence Fides fête 90 ans passés au service de la Mission au travers de l’information et de l’animation. En s’adaptant aux changements du monde de la communication, fidèle à sa mission, elle continue à raconter le chemin de l’Eglise missionnaire dans le monde, en fournissant des nouvelles de peuples, de situations et de communautés souvent ignorées par les circuits internationaux.
Voici près d’un siècle, dans ce qui est considéré comme la Magna Charta de l’activité missionnaire à l’époque contemporaine, la Lettre apostolique Maximum illud du 30 novembre 1919 « sur l’activité des missionnaires dans le monde », le Pape Benoît XV indiquait notamment : « Nous sommes grandement attristés par certaines Revues de missions, parues ces derniers temps, dans lesquelles plus que le zèle en vue de la diffusion du Royaume de Dieu, est évident le désir d’élargir l’influence de leur propre pays et il est étonnant que de celles-ci ne filtre aucune préoccupation pour le grave danger d’aliéner de telle manière l’esprit des païens à la Sainte Religion. Il n’en est pas ainsi du Missionnaire catholique digne de ce nom. N’oubliant jamais qu’il n’est pas un envoyé de sa patrie mais du Christ, il doit se comporter de manière à ce que chacun puisse sans l’ombre d’un doute reconnaître en lui un ministre de cette religion qui, embrassant tous les hommes qui adorent Dieu en esprit et vérité, n’est étrangère à aucune nation… ».
Quelques mois après la fin du premier conflit mondial, la préoccupation pour les missions étrangères était forte alors que les pays européens sortaient de la guerre avec une économie en crise et une industrie de guerre à reconvertir. La présence missionnaire dans les colonies était souvent perçue comme une présence étrangère au service des intérêts de nations, de groupes ou d’individus, et cette perspective était en partie également alimentée par « certaines Revues de Missions » comme s’en plaint Benoît XV.
Dans ce contexte, quelques années plus tard seulement, le Conseil supérieur général de l’Œuvre pontificale de la Propagation de la Foi, lors de sa réunion du 4 avril 1927, décidait de créer l’Agence Fides, première Agence missionnaire de l’Eglise et l'une des premières Agences d’information au monde. Plus de 30 ans devront passer pour que le Concile Vatican II affirme clairement la contribution des moyens de communication sociale « à étendre et à consolider le Royaume de Dieu » (Inter mirifica, 2). « Pour que tous et chacun des chrétiens connaissent exactement la situation présente de l’Église dans le monde, et qu’ils entendent la voix des multitudes qui crient : « Viens à notre aide », on donnera, en employant les moyens modernes de communication sociale, des nouvelles missionnaires telles que, prenant conscience de ce que l’activité missionnaire est la leur, ils ouvrent leur cœur aux besoins si immenses et si profonds des hommes et puissent leur venir en aide. Nécessaire aussi est la coordination des informations et la coopération avec les organes nationaux et internationaux” (Ad Gentes, 36).
Le 5 juin 1927, le Cardinal Préfet de la Sacrée Congrégation de Propaganda Fide, S.Em. le Cardinal Guglielmo Van Rossum, informait les Supérieurs des Missions et des Ordres religieux de la naissance de l’Agence Fides. Son statut indiquait que la mission de l’Agence était de fournir « des nouvelles d’actualité telles qu’elles soient utiles non seulement à la publication des annales et des revues missionnaires mais également à la presse non proprement missionnaire de tous les pays ». L’Agence était appelée à publier « des études sur les conditions actuelles des missions et sur des thèmes religieux et sociaux des missions elles-mêmes ». Dans les indications destinées aux Correspondants étaient précisés dans le détail les thèmes en question.
Le 13 décembre 1927, débuta ainsi le service de l’Agence Fides en faveur de la cause de l’évangélisation. L’Agence devint un centre de collecte, de production et de diffusion de matériel d’information concernant le monde missionnaire au travers de nouvelles et de photographies d’actualité, d’études sur les conditions sociales et environnementales des Missions outre que, naturellement sur l’œuvre d’annonce de l’Evangile, matériel envoyé par un réseau de missionnaires qui jouaient le rôle de correspondants, chargés de cette mission par leurs Supérieurs respectifs.
Aux premières éditions imprimées en langues anglaise, française et polonaise – cette dernière pour une courte période – vinrent s'ajouter celles en langues italienne (1929), espagnole (1930) et allemande (1932). Plus récemment, est né le site Internet (1998) et ont vu le jour les éditions en ligne en langues chinoise (1998), portugaise (2002) et arabe (2008). Ces deux dernières se trouvent actuellement suspendues en vue d’une révision et d’une réorganisation du service. Depuis 2009 a été suspendue la publication sur papier des nouvelles de l’Agence, qui se trouve désormais uniquement en ligne dans l’ensemble de ses langues. Les Archives photographiques, interrompues en 1970, rassemblent quelques 10.000 clichés, actuellement conservés au sein des Archives historiques de Propaganda Fide, clichés qui constituent un patrimoine missionnaire inestimable, surtout dans sa partie la plus ancienne, documentant de manière unique l’histoire des missions catholiques.
Selon une recherche du Centre des Communications sociales de l’Université pontificale urbanienne, « en 1939, on notait déjà que des centaines de quotidiens accueillaient ce qui était rédigé par l’Agence… Avant la deuxième guerre mondiale, il était possible de compter 2.000 journaux, périodiques et centres d’information de 45 pays qui dépendaient de Fides pour leurs publications. Les informations relatives à l’Eglise et aux sociétés reprises par Fides ont suscité des aides concrètes – sous forme de donations et de subsides – à différentes Eglises de mission ».
Les affres de la deuxième guerre mondiale et les conséquences de l’après-guerre ont ralenti la croissance de Fides pour divers motifs dont l’interruption du service postal et de la publication des journaux et périodiques, les difficultés rencontrées par les correspondants, la priorité donnée à d’autres aspects liés à la reconstruction… Toutefois, l’Agence a poursuivi son service, au travers de la rédaction et de l’envoi de bulletins hebdomadaires.
Dans les années 1990, il fut décidé de relancer l’Agence Fides qui, bien que disposant d’un glorieux passé, ne bénéficiait plus d’un grand impact sur les moyens de communication. Les prêtres missionnaires qui avaient constitué en grande partie le personnel de l’Agence ont été progressivement remplacés par des rédacteurs et des traducteurs laïcs. Les thèmes traités se sont multipliés tout comme les sources d’information. L’usage d’Internet a permis plus de rapidité dans la rédaction et l’envoi des nouvelles. Des contacts ont été pris avec d’autres organes d’information, avec des journalistes, les instituts missionnaires non italiens, le monde du bénévolat et des mouvements ainsi qu'avec les réalités ecclésiales locales dans leurs articulations variées. De la sorte, le public des lecteurs de Fides a pu être notablement élargi.
La révolution dans le monde des communications provoquée par Internet a continué à un rythme soutenu ces derniers temps, favorisant sur une large échelle la diffusion des réseaux sociaux qui font désormais partie de la vie quotidienne, surtout des plus jeunes. On parle désormais d’un sixième continent, celui du numérique, même s’il ne faut pas oublier qu’à une moitié de la planète connectée à Internet correspond une autre moitié qui ne peut y accéder.
La diffusion des instruments et des technologies de communication a porté à un volume impressionnant d’informations qui rebondissent presque en temps réel d’une part à l’autre des cinq continents et sont consommées en quelques minutes, alors que les mécanismes de l’information traditionnelle ont disparu : quiconque peut écrire, reprendre, photographier et mettre en ligne sa production en la partageant avec des millions de personnes.
Les risques sont nombreux et seuls quelques-uns ont été identifiés, outre celui, paradoxal, de l’incommunicabilité entre les personnes à l’époque des instruments de communication. Une quantité énorme d’informations est consommée en quelques minutes, déterminant une incapacité progressive à approfondir les thèmes et situations, aspect particulièrement important pour le monde missionnaire, mais provoquant aussi une impossibilité à vérifier les sources. Les moyens de communication influencent le climat social et culturel dans lequel vit une grande partie de la population mondiale, devenant parfois des amplificateurs de campagnes de haine et de discrimination. Ne doivent pas non plus être sous-estimés les risques dus à la concentration de l’information entre les mains de quelques-uns.
Le panorama des défis lancés aujourd’hui par le monde des moyens de communication est vaste et complexe, continuellement mis à jour, alors que résulte toujours valide l’affirmation d’Inter Mirifica : « l’Église notre Mère sait que ces instruments, quand ils sont utilisés correctement, rendent de grands services au genre humain : ils contribuent, en effet, d’une manière efficace au délassement et à la culture de l’esprit, ainsi qu’à l’extension et à l’affermissement du règne de Dieu. Mais elle sait aussi que les hommes peuvent les utiliser à l’encontre des desseins du Créateur et les tourner à leur propre perte » (IM 2).
A l’occasion des 50 ans de l’Agence Fides, le 3 décembre 1977, le Préfet de la Congrégation pour l’Evangélisation des Peuples de l’époque, S.Em. le Cardinal Angelo Rossi, déclara : « Fides a été sans doute l’organe de presse qui a rendu le service d’information et d’animation missionnaire le plus large et et le plus qualifié au profit de toute l’Eglise ». A 40 ans de cet événement, en ayant bien conscience que « la mission du Christ Rédempteur, confiée à l'Eglise, est encore bien loin de son achèvement. Au terme du deuxième millénaire après sa venue, un regard d'ensemble porté sur l'humanité montre que cette mission en est encore à ses débuts et que nous devons nous engager de toutes nos forces à son service » (Redemptoris Missio, 1), l’Agence Fides ne peut que renouveler son engagement au profit de ce « service missionnaire ».
L’actualité de cette mission, dans un contexte où se manifeste toujours plus fortement la multiplicité des cultures et des religions, où le monde de l’information a profondément changé et souvent se trouve être soumis à des intérêts particuliers, l’Agence Fides doit relever le défi et continuer à raconter espérances, problèmes attentes du monde ; à fournir des nouvelles de situations et de scénarios ignorés par le circuit médiatique international sans rechercher fiévreusement l’exclusivité clinquante ; à être la voix de pays et d’Eglise négligés par les réseaux d’information et à savoir cueillir les horizons de la Mission ad Gentes et les nouveaux aréopages dans lesquels faire résonner l’Evangile du Christ.
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Agencia Fides: 90 años al servicio de la Misión
La Agencia Fides fue fundada en 1927 por lo que cumple 90 años y lo hace al servicio de las misiones a través de la información y la animación. Adecuándose a los cambios del mundo de la comunicación, pero siempre fiel a su misión, continúa informando sobre el camino de la Iglesia misionera en el mundo, convirtiendo en noticia a pueblos, situaciones y comunidades ignoradas, en muchas ocasiones, por los circuitos internacionales.
Hace casi un siglo, en la que está considerada como “la carta magna” de la actividad misionera en la época contemporánea, la Carta Apostólica “Maximum Illud” (30 de noviembre 1919) del Papa Benedicto XV “sobre la actividad desarrollada por los misioneros del mundo”, se podía leer: “Por ciertas revistas de misiones, que han surgido en los últimos tiempos, parece que, más que el celo por extender el reino de Dios, es evidente el deseo de aumentar la influencia del propio país. Es sorprendente que no suscite ninguna preocupación el grave peligro que supone alienar de esa forma el ánimo de los paganos de la santa religión. No es así el misionero católico, digno de este nombre. Sin olvidar que no es un enviado de su país, sino de Cristo, que se comporta de modo que todos, sin duda, puedan reconocer en él a un ministro de esa religión que, -abrazando a todos los hombres que adoran a Dios en espíritu y verdad-, no es extranjero en ninguna nación ...”
Pocos meses antes del final del primer conflicto mundial, la preocupación por las misiones extranjeras había aumentado al tiempo que los países europeos terminaban la guerra con el saldo de una economía en crisis y una industria bélica que debían convertir en industria civil. La presencia misionera en las colonias se percibía muchas veces como una presencia extranjera al servicio de intereses nacionales, grupos o individuos. Tal percepción era, en parte, alimentada por “ciertas revistas de misiones”, como lamentaba Benedicto XV.
En este contexto, pocos años después, el Consejo Superior General de la Pontificia Obra de la Propagación de la Fe, en su reunión de abril de 1927, decidía el nacimiento de la Agencia Fides, la primera agencia misionera de la Iglesia y entre las primeras agencias de información del mundo. Tuvieron que pasar más de treinta años para que el Concilio Vaticano II afirmase con claridad la contribución de los medios de comunicación social “para extender y consolidar el Reino de Dios”
(Inter mirifica, 2). “Para que todos y cada uno de los fieles conozcan adecuadamente las condiciones actuales de la Iglesia en el mundo y les llegue la voz de multitudes que gritan, “ayudadnos”, hace falta ofrecerles información misionera con la ayuda también de los medios de comunicación social. Así sentirán como algo proprio la actividad misionera, abrirán el corazón frente a la necesidad tan grande y profunda de los hombres y podrán acudir en su ayuda. Es necesario también coordinar estas noticias y cooperar con los organismos nacionales e internacionales”. (Ad Gentes, 36).
El 5 de junio de 1927, el cardenal Prefecto de la Sagrada Congregación “de Propaganda Fide”,
el cardenal Guglielmo Van Rossum, informaba a los superiores de las misiones y de las órdenes religiosas del nacimiento de la Agencia Fides. En el estatuto se anunciaba que el objetivo de la Agencia era ofrecer “noticias de actualidad tales que fueran útiles, no solo para publicaciones de anuarios y revistas misioneras, sino también para la prensa no específicamente misionera de cada país”. La agencia estaba llamada a publicar “estudios sobre las condiciones actuales de las misiones y sobre temas religiosos y sociales de las mismas misiones” En las indicaciones por correo se enumeraban detalladamente esos temas.
El 13 de diciembre de 1927 comienza el servicio de la Agencia Fides para la causa de la evangelización. La agencia se convierte en un centro de recogida, producción y difusión de material informativo sobre el mundo misionero a través de noticias y fotografías de actualidad y estudios sobre las condiciones sociales y ambientales de las misiones, además de sobre la obra del anuncio del Evangelio. Todo el material era enviado por una red de misioneros que ejercían de corresponsales según el encargo de sus superiores. A las primeras ediciones impresas en inglés, francés y polaco (esta última durante un breve período) se unieron la italiana (1929), la española (1930) y la alemana (1932). Más recientemente se puso en marcha la página web (1998) y se añadieron las ediciones on line en chino (1998), portugués (2002) y árabe (2008). Estas dos últimas han quedado, de momento, suspendidas hasta la revisión y reorganización del servicio. En 2009 se dejaron de publicar en papel las noticias de la agencia y se apostó por la edición on line en todas las lenguas. El archivo fotográfico, interrumpido en 1970, incluye unas 10.000 fotografías, guardadas hoy en día en el Archivo Histórico de Propaganda Fide, un patrimonio misionero inigualable, -sobre todo, sus fondos más antiguos-, y que documenta de una forma única la historia de las misiones católicas.
De acuerdo con una investigación realizada por el Centro de Comunicaciones Sociales de la Pontifica Universidad Urbaniana, “en 1939 cientos de diarios usaban la información que ofrecía la agencia. Antes que estallara la Segunda Guerra Mundial, unos 2.000 diarios, semanarios y centros de información de 45 países dependían de Fides para realizar sus publicaciones. Las informaciones sobre la Iglesia y la sociedad ofrecidas por Fides suscitaron ayudas concretas (donaciones y colaboraciones) para varias Iglesias en misión”.
La Segunda Guerra Mundial y sus consecuencias ralentizaron el crecimiento de Fides por varias causas, entre ellas, la interrupción del servicio postal y de la publicación de diarios y semanarios, las dificultades que encontraron los corresponsales, la prioridad que se otorgó a la reconstrucción… Sin embargo, la agencia continuó con su servicio, con su redacción y con el envío de boletines semanales.
En los años 90 se relanzó la Agencia Fides que, pese a tener un pasado glorioso, no gozaba de gran impacto en los medios de comunicación. Los sacerdotes misioneros, que constituían en buena parte el núcleo de la agencia, fueron sustituidos paulatinamente por redactores y traductores laicos, y los temas se multiplicaron, así como las fuentes de información. El uso de internet ha permitido más puntualidad en la redacción y en el envío de noticias, se han establecido contactos con otros órganos de información, con periodistas, con institutos misioneros no solo italianos, con el mundo del voluntariado y con los movimientos y con la realidad eclesial local en sus más variadas formas. De esta forma ha crecido notablemente el número de lectores de Fides.
La revolución en el mundo de las comunicaciones generada por Internet, que ha avanzado a ritmo acelerado en los últimos tiempos, ha favorecido la difusión de las redes sociales que forman parte hoy en día de la vida cotidiana, sobre todo, de la de los más jóvenes. De hecho, hoy en día se habla de un sexto continente, el continente digital. Sin embargo, no hay que olvidar que, mientras una parte del mundo está conectado a Internet, la otra no puede acceder a la red.
La difusión de los instrumentos y las tecnologías de la comunicación ha permitido contar con un impresionante volumen de información que se recoge, casi en tiempo real, de un extremo a otro de los cinco continentes, y que envejece en pocos minutos, al mismo tiempo que los mecanismos de información tradicionales han caído en desuso. Cualquier persona puede escribir, grabar, fotografiar y poner en la red un texto para compartir con millones de personas.
A los riesgos que son muchos, aunque solo hay algunos identificados, se une la paradoja de la incomunicación entre personas en esta era de los instrumentos de comunicación. En pocos minutos se consume una cantidad enorme de información lo que provoca una progresiva incapacidad de profundización en los temas y situaciones, así como la incapacidad para verificar con rigor las fuentes, aspecto relevante para el mundo misionero.
Los medios influyen en el clima social y cultural en el que vive gran parte de la población mundial convirtiéndose, en muchas ocasiones, en altavoces de campañas de odio y discriminación. Tampoco se deben subestimar los riesgos de la concentración de la información en manos de unos pocos.
El panorama de los desafíos en el mundo de los medios de comunicación es amplio y complejo, continuamente cambiante, por lo que hoy más que nunca resulta oportuna esta afirmación de Inter Mirifica: “La madre Iglesia sabe, en efecto, que estos medios, si se utilizan rectamente, proporcionan valiosas ayudas al género humano, puesto que contribuyen eficazmente a descansar y cultivar el espíritu y a propagar y fortalecer el Reino de Dios; sabe también que los hombres pueden volver estos medios contra el plan del divino Creador y utilizarlos para su propio perjuicio” (IM 2).
Con ocasión de los 50 años de la Agencia Fides, el 3 de diciembre de 1977, el entonces Prefecto de Propaganda Fide, el cardenal Agnelo Rossi, aseguraba: “Fides ha sido sin duda el órgano de prensa que ha extendido más el servicio misionero de información y animación de toda la Iglesia”. 40 años después de esa fecha, -sabiendo que “la misión de Cristo Redentor, confiada a la Iglesia, está todavía lejos de su pleno cumplimiento”, es más “tal misión está todavía en sus comienzos por lo que tenemos que esforzarnos con todas nuestras fuerzas a su servicio” (Redemptoris Missio, 1)-, la Agencia Fides está llamada a renovar su compromiso con este “servicio misionero”.
La actualidad de tal deber, -en un contexto donde se manifiesta de forma más clara la multiculturalidad y la multireligiosidad, donde el mundo de la información ha cambiado profundamente y es, muy a menudo, sujeto de intereses particulares-, hace que la Agencia Fides deba recoger ese desafío y deba continuar transmitiendo las esperanzas y los problemas, a través de noticias sobre situaciones y escenarios ignorados por el circuito mediático internacional. Y debe hacerlo sin primar la búsqueda del titular, sino siendo el altavoz de países e Iglesias abandonadas por los grandes medios, sabiendo reflejar los horizontes de la Misión ad Gentes y los nuevos areópagos en los que hacer resonar el Evangelio de Cristo.