La crisi profonda di un paese che è al secondo posto tra i paesi più violenti del mondo , con oltre 91 morti violente ogni centomila abitanti. Lo Stato ha ceduto il controllo della sicurezza a bande criminali e sembra aver abdicato al rispetto dello stato di diritto. Il paese grida giustizia
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Il Venezuela da mesi continua a vivere una crisi così profonda da aver messo sull’allerta la comunità internazionale. La mancanza di cibo e medicinali oltre ad una significativa diminuzione della qualità della vita delle persone che abitano nel Paese sono solo alcuni dei tanti problemi.
A questi, infatti, va aggiunta la grave situazione di insicurezza dei cittadini, uno dei fenomeni più preoccupanti.
Violenza generalizzata
L’Osservatorio Venezuelano sulla Violenza (OVV), organizzazione non governativa che si dedica allo studio della violenza nel Paese, colloca il Venezuela al secondo posto tra i paesi più violenti del mondo e Caracas la città più pericolosa del mondo.
Nella sua relazione del 2016 la ong riporta quanto segue: “Stando alle principali fonti ufficiali e alle informazioni raccolte sul campo nei sei osservatori regionali sulla violenza, nel 2016 abbiamo stimato un tasso di 91,8 morti violente ogni centomila abitanti e un totale di 28.479 morti in tutto il territorio nazionale, derivante dalla somma degli omicidi giuridicamente accettati in quanto tali, che stimiamo in 18.230 casi; le vittime di atti classificati come resistenza all'autorità hanno raggiunto i 5.281 morti; e 4.968 sono stati i casi di morti violente in corso di verifica inclusi nell’inchiesta, privi di un’intenzione nota.
Con un tasso, registrato nel 2016, di 91,8 morti violente ogni centomila abitanti, il Venezuela si colloca al secondo posto tra i Paesi con il principale tasso di omicidi al mondo. Al primo posto, come nel 2015, troviamo El Salvador, con un tasso di circa 100 omicidi ogni centomila abitanti (nel 2015 sono stati 103); e al terzo posto c’è l’Honduras, con una tasso vicino ai 60 omicidi ogni centomila abitanti (nel 2015 sono stati 56).
Inoltre, gli studi dell'OVV indicano che la violenza generata dalla ‘resistenza alle autorità’ è aumentata esponenzialmente nel 2017. “La resistenza alle autorità, all’interno della quale figurano gli scontri, è un elemento importante che sta segnando la violenza urbana e che è aumentata nel Paese”, afferma Roberto Briceño-León, direttore dell’organizzazione non governativa. “Secondo le nostre ricerche, ogni giorno, in tutto il Paese, 15 persone muoiono in scontri con la polizia, il che significa 4.500 morti per questo motivo. Stimiamo che alla fine del 2017 si registreranno in tutto oltre 5.500 persone uccise solo a causa di scontri”.
Come dato singolare abbiamo notato che nel 2016 in Siria sono morte circa 17mila persone, tra queste 2000 bambini. In Venezuela, senza una guerra ufficiale, la cifra supera quasi 12 mila persone. Secondo il Rapporto Annuale sulla Violenza presentato dall’OVV nel 2016, lo scorso anno il Venezuela ha chiuso il suo bilancio con poco più di 28 mila morti violente. E può succedere che chiuda il 2017 con più o meno 30mila, secondo le proiezioni che derivano dagli studi dell’ OVV. E’ evidente, pertanto, che gli oltre 20 piani di sicurezza che sono stati messi in atto dal 1999, quando iniziò la cosiddetta Rivoluzione Bolivariana, sono stati un fallimento completo insieme alle gravi accuse di violazioni dei diritti umani commesse da agenti di polizia, alle morti recenti attribuite all’Operazione di Liberazione e Protezione del Popolo (OLP), operazione militare di lotta contro l’insicurezza messa in dubbio da diversi settori del paese.
Sicurezza appaltata a bande armate
Allo stesso modo, in Venezuela sono aumentati l’uso delle armi da fuoco da parte dei criminali oltre a quello delle granate negli scontri contro le forze di polizia e per i rapimenti. L’uso delle armi da guerra permette non solo scontri aperti contro le forze di sicurezza, ma anche il passaggio all’offensiva con agguati e attacchi alla sede della polizia.
Lo Stato ha ceduto il controllo della sicurezza a bande criminali, così come già negli anni era stato fatto nelle carceri dove il controllo totale lo detengono i reclusi.
Tutto ciò ha costretto i cittadini a prendere le proprie misure di sicurezza. Tra queste: strade chiuse con vigilanza privata autorizzata ad avvisare dell’arrivo dei criminali o di qualsiasi altra cosa più grave; un coprifuoco, normalmente fissato all’inizio del calare del sole quando la gente rientra a casa con la paura di violenze.
Inoltre, l’uso di telefoni cellulari per la strada, abiti, orologi di marca e perfino scarpe, possono essere motivo di omicidi. Infatti, il furto di questi oggetti, in molti casi, a causa dell’alto livello di inflazione e del grande deprezzamento della moneta venezuelana, è più vantaggiosi per i delinquenti rispetto a quello di soldi.
A tutto questo deve essere aggiunto che, in assenza di azioni da parte delle forze di sicurezza e del sistema giudiziario, i cittadini in molti casi decidono di farsi giustizia con i propri mezzi. Spesso si verificano veri e propri linciaggi contro i criminali che vengono sorpresi in flagrante e rimangono uccisi.
Insicurezza alimentare
Ai seri problemi di insicurezza si sommano quello alimentare, che ha generato gravi episodi di violenza tra la gente che si accanisce per avere un pò di cibo, e la carenza di generi alimentare di base, difficili da reperire per così tanta gente dati i prezzi stellari.
La situazione è davvero deplorevole, oggi in Venezuela molti si vedono costretti a frugare nella spazzatura per racimolare qualcosa da mangiare. Molti arrivano a strappare dalle mani della gente una busta di pane o qualcosa da mangiare.
È inaccettabile che tutto ciò accada in un paese petrolifero e, come dicono, con le più grandi riserve petrolifere del mondo.
Il Venezuela oggi vive il periodo più debole di tutta la sua storia repubblicana.
Fa male uscire in strada e vedere i bambini, che invece di andare a scuola, rovistano tra la spazzatura per trovare qualcosa da mangiare e in alcuni casi, commettono furti sempre per lo stesso motivo.
Il Venezuela grida giustizia e necessita di soluzioni a tutti i suoi problemi. Il mondo deve capire veramente la situazione che stiamo vivendo ed essere solidale con tutti noi.
Il mondo deve capire che vogliamo salvare il nostro Paese e che ora più che mai è fondamentale il supporto di tutta la comunità internazionale.
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Violencia e inseguridad en Venezuela
Venezuela en la actualidad está atravesando una serie de problemas profundos que han puesto en alerta a la comunidad internacional, como la falta de alimentos y medicinas y una importante disminución de la calidad de vida de las personas que allí viven. Estos son solo algunos de los muchos problemas a los que se enfrenta este país petrolero y a los que hay que agregar uno de los que más preocupa a los venezolanos, la inseguridad.
Según el Observatorio Venezolano de Violencia (OVV), una respetada organización no gubernamental dedicada al estudio de la violencia en Venezuela, el país está ubicado en el segundo puesto más violento del mundo y Caracas como la ciudad más peligrosa de todas.
Según esta organización en su informe del año 2016 nos dice: “Contando con fuentes primarias oficiales y con las informaciones de terreno recabadas en los seis observatorios regionales de violencia, en el año 2016 ha habido una tasa de 91,8 muertes violentas por cada cien mil habitantes y un total de 28.479 fallecidos en todo el territorio nacional, que deriva de la suma de los homicidios legalmente aceptados como tales, estimados en 18.230 casos; las víctimas de los actos clasificados como resistencia a la autoridad, han alcanzado los 5.281 muertos; y los 4.968 fallecidos incluidos los casos de muertes violentas consideradas en averiguación, por no haber tenido una intencionalidad conocida. Con una tasa en 2016 de 91,8 muertes violentas por cada cien mil habitantes, Venezuela se ubica en el segundo lugar de los países con mayor violencia letal en el mundo. En primer lugar, al igual que el año 2015, se volvió a ubicar El Salvador, con una tasa de alrededor de los 100 homicidios por cien mil habitantes (en 2015 fue de 103); y en tercer lugar se situó Honduras, con una tasa cercana a los 60 homicidios por cien mil habitantes (en 2015 fue de 56).
Además los estudios del Observatorio Venezolano de Violencia indican que la la violencia generada por “resistencia a la autoridad”, ha aumentado de manera exponencial en lo que va de 2017. “La resistencia a la autoridad, dentro de la cual está la figura del enfrentamiento, es un elemento importante que está marcando la violencia urbana y que ha aumentado su presencia en el país”, según Roberto Briceño-León, director de la organización no gubernamental, “Cada día mueren 15 personas en enfrentamientos con la policía en todo el país, de acuerdo con nuestras investigaciones, lo cual quiere decir que van 4.500 muertes por esta causa y calculamos que 2017 termine con más de 5.500 personas muertas sólo por enfrentamientos”.
Como dato curioso tenemos que en el año 2016 en Siria murieron aproximadamente 17 mil personas, entre ellas 2000 niños, en Venezuela sin guerra oficial se ha superado esta cifra en casi 12 mil personas, ya que según el Informe Anual sobre Violencia presentado por el OVV en 2016, el año pasado Venezuela cerró su balance con poco más de 28 mil muertes violentas. Y puede que el 2017 cierre con más o menos 30mil, de acuerdo a las proyecciones que derivan de los estudios que realiza el OVV. Por tanto es evidente que los más de 20 planes de seguridad que se han implementado para combatir la inseguridad desde el año 1999, cuando se inició la llamada “revolución bolivariana”, han sido un completo fracaso aunado a las graves denuncias de violaciones contra los derechos humanos que se han cometido por los funcionarios policiales, las recientes muertes atribuidas a la Operación de Liberación y Protección del Pueblo (OLP), un operativo militar para combatir la inseguridad y muy cuestionado por diferentes sectores del país.
Igualmente, en Venezuela ha aumentado el uso de armas de fuego por parte de los delincuentes y proliferado del uso de granadas en enfrentamientos con los cuerpos policiales, situaciones de secuestros. El uso de armamento de guerra permitió no solo enfrentamientos abiertos en batallas defensivas con las fuerzas de seguridad, sino el pase a la ofensiva con emboscadas y ataques a las sedes policiales.
El Estado ha cedido el control de la seguridad a las bandas delictivas, cosa similar a la que ya desde hace varios años se hizo con las cárceles donde el poder total de estas lo tienen los reclusos.
Esto ha obligado a la ciudadanía a crear sus propias medidas de seguridad para protegerse, como el cerrar las cerradas con vigilancia privada para evitar la entrada de delincuentes y algo más grave aún, a establecer su propio toque de queda. Es normal que tras la puesta de sol la ciudadanía se refugie en sus hogares por miedo a ser víctima de la delincuencia ya que en muchos casos puede ocasionar la muerte de cualquier ciudadano.
El uso de teléfonos celulares en la calle, ropa, relojes de marca e incluso zapatos, pueden ser la causa de que un venezolano pierda la vida a manos de otro solo para robarle cualquiera de estos objetos, que, en muchos casos, debido a los altos niveles de inflación y la gran depreciación de la moneda venezolana son más beneficiosos para la delincuencia que el dinero en sí mismo.
A esto hay que sumarle que ante la falta de acción de los cuerpos de seguridad y del sistema de justicia, la ciudadanía en muchos casos ha decidido tomarse la justicia por sus propios medios y han procedido a linchar a los delincuentes que sorprenden en sus fechorías, en muchos casos causándoles la muerte.
A los graves problemas de inseguridad se le suma el problema alimentario que ha generado un incremento de violencia entre la población para obtener un poco de comida. La carencia de alimentos básicos, que se han convertido en muy difíciles de obtener, ya sea por su alto precio, ya sea por el alto número de población que los requiere, hace que hoy en día en Venezuela muchas personas se vean obligadas a hurgar en la basura para obtener un poco de comida y en algunos casos se llegue incluso a robar una bolsa de pan o algo de comida, todo ello generando una situación realmente lamentable y dolorosa.
Es inaceptable que en un país petrolero y según dicen con las mayores reservas petroleras del mundo viva en este estado, Venezuela está atravesando hoy la hora más menguada de toda su historia republicana, duele el alma salir a la calle y ver a los niños que deberían estar en la escuela, rebuscando entre la basura para ver que consiguen de comer y en algunos casos robando para poder alimentarse.
Venezuela clama por una solución para todos sus problemas, clama para que el mundo entienda esta situación que estamos viviendo y se solidarice con lo que aquí se vive, que entienda que necesitamos salvar el país y que para ello es fundamental el apoyo de todos.
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Violence et insécurité au Venezuela
Le Venezuela traverse actuellement de profonds problèmes qui ont mis en alarme la communauté internationale, comme le manque de denrées alimentaires et de médicaments, une diminution importante de la qualité de la vie des personnes qui y habitent ne sont là que quelques-uns des nombreux problèmes que connaît ce pays, auxquels vient s’ajouter un problème qui préoccupe toujours davantage les vénézuéliens, à savoir celui de l’insécurité.
Violence généralisée
Selon l’Observatoire vénézuélien de la Violence (OVV), une organisation non gouvernementale respectée dédiée à l’étude de la violence au Venezuela place ce dernier au 2ème rang des pays les plus violents du monde et fait de Caracas la ville la plus dangereuse du monde.
Le rapport 2016 de cette organisation indique que « en tenant compte des sources primaires officielles et des informations de terrain recueillies par les six observatoires régionaux de la violence, au titre de cette année 2016, nous estimons que le taux de morts violentes pour cent mille habitants au Venezuela s’établit à 91,8 pour un total de 28.479 décès sur l’ensemble du territoire national, dérivant de la somme des homicides légalement reconnus comme tels – estimés à 18.230 – des victimes d’actes classés comme résistance à l’autorité – 5.281 cas – et les 4.968 morts violentes considérées comme homicides involontaires.
Avec ce taux de 91,8 morts violentes pour 100.000 habitants, le Venezuela se classe au deuxième rang des pays les plus violents du monde en termes de violence létale. Au premier rang, nous trouvons, comme pour l’année 2015, le Salvador, avec un taux voisin des 100 homicides pour 100.000 habitants – il était de 103 l’an passé – et au troisième rang le Honduras, avec un taux de quelques 60 morts violentes pour 100.000 habitants – 56 l’année passée.
En outre, les études de l’OVV indiquent que la violence provoquée par la résistance à l’autorité a augmenté de manière exponentielle en 2017. « La résistance à l’autorité, à l’intérieur de laquelle figurent les affrontements, constitue un élément important qui marque actuellement la violence urbaine et a augmenté dans le pays » affirme Roberto Briceño-León, Directeur de l’ONG. « Selon nos recherches, chaque jour, dans l’ensemble du pays, 15 personnes meurent dans le cadre d’affrontements avec la police, ce qui fait un total de 4.500 morts pour cette raison. Nous estimons qu’à la fin de 2017, seront au total enregistrées plus de 5.500 personnes tuées seulement à cause d’affrontements ».
En tant que donnée curieuse, nous retenons qu’au cours de l’année 2016, quelques 17.000 personnes dont 2.000 enfants sont morts en Syrie alors qu’au Venezuela, qui n’est pas en état de guerre déclaré, ce chiffre est de 12.000. Selon le rapport annuel sur la violence présenté par l’OVV en 2016, l’an dernier le Venezuela a enregistré un peu moins de 28.000 morts violentes au cours de l’année et il est possible qu’il clôture cette année 2017 avec plus ou moins 30.000 morts violentes selon les projections dérivant des études de l’OVV. Il est évident que les plus de 20 plans de sécurité mis en place pour combattre l’insécurité à compter de 1999, lorsque débuta ce qu’il est convenu d’appeler la « révolution bolivarienne », ont constitué un échec complet uni aux graves dénonciations de violation des droits fondamentaux qui ont concerné les fonctionnaires de police, aux morts récentes attribuées à l’Unité de libération et de protection du peuple (OLP), une réalité paramilitaire constituée pour combattre l’insécurité et créant de nombreuses perplexités dans différents secteurs du pays.
Sécurité confiée à des bandes armées
Par ailleurs, l’usage d’armes à feu de la part des délinquants a augmenté au Venezuela, comme la prolifération de l’usage de grenades dans le cadre des affrontements avec les corps de police tout comme les enlèvements. L’usage d’armes de guerre permet non seulement des affrontements ouverts dans le cadre des batailles défensives contre les forces de sécurité mais également le passage à l’offensive au travers d’embuscades et d’attaques contre les commissariats de police.
L’Etat a cédé le contrôle de la sécurité aux bandes de délinquants, comme il l’a fait depuis plusieurs années déjà dans les prisons, où les bandes exercent un pouvoir total sur les détenus.
Ceci a contraint la population à compter sur ses propres moyens de sécurité pour se protéger, en bloquant l’accès des rues à l’aide de gardes privés pour éliminer l’accès de la délinquance mais, ce qui est plus grave, c’est qu’elle va jusqu’à établir son propre couvre-feu, ce qui fait que les personnes se réfugient dans leurs havres par crainte d’être victime de la délinquance qui, dans de nombreux cas, peut se permettre d’occasionner la mort de quiconque.
L’usage d’un téléphone portable dans la rue, le port de vêtements, de montres et même de chaussures de marque peuvent être la cause de la mort de tout vénézuélien parce que le fait de voler quelques-uns de ces objets est beaucoup plus rentable pour les délinquants que de dérober l’argent que peut avoir avec soi un citoyen quelconque, vus le taux d’inflation élevé et l’importante dépréciation de la monnaie vénézuélienne.
A tout cela, il faut ajouter qu’en l’absence d’action des corps de sécurité et du système judiciaire, la population a décidé, dans de nombreux cas, de se faire justice par elle-même et a procédé au lynchage des délinquants surpris sur le fait, dans de nombreux cas en causant la mort des délinquants.
Insécurité alimentaire
A ces graves problèmes d’insécurité, vient s’ajouter le problème alimentaire qui a créé de graves problèmes de violence entre les personnes pour s’accaparer un peu de nourriture, le manque d’aliments de base pour le régime d’un être humain quelconque, lesquels sont très difficiles à obtenir ou qu’il est impossible d’acquérir pour un très grand nombre de personnes à cause de son prix.
La situation est vraiment déplorable, ce qui fait qu’aujourd’hui, au Venezuela, de nombreuses personnes se voient contraintes à fouiller dans les poubelles pour obtenir un peu de nourriture voire à arracher un sac de pain ou de toute autre denrée.
Il est inacceptable que cela arrive dans un pays pétrolier et, selon certains disposant des plus importantes réserves pétrolières mondiales.
Le Venezuela vit aujourd’hui les heures les plus tristes de l’ensemble de son histoire républicaine.
Voir des enfants qui devraient aller à l’école fouiller les poubelles pour voir s’ils mangeront ou dans d’autres cas voler de la nourriture est décidément bien triste.
Le Venezuela crie justice et a besoin de solutions à l’ensemble de ses problèmes. Le monde doit comprendre véritablement la situation que nous vivons actuellement.
Il doit comprendre que nous voulons sauver notre pays et que maintenant plus que jamais le soutien de toute la communauté internationale est fondamental.
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Violence and insecurity in Venezuela
For months Venezuela has experienced a crisis so serious that even the international community is in alert. Scarcity of food and medicines as well as a marked fall in the quality of life of its people are among the nation’s numerous difficulties.
Another concerning phenomena is the total lack of security for Venezuelans.
Widespread violence
The Venezuelan NGO observatory of violence OVV, which focuses on violence in that country places Venezuela second among the world’s most violent countries and Caracas as the world’s most dangerous city.
In its 2016 report OVV says: “According to the main official sources and information collected in six regional observatory on violence, in 2016 we estimated a rate of 91.8 violent deaths per 100,000 inhabitants and a total 28,479 deaths on the national territory, derived from the sum of murders juridically accepted as such, estimated as 18,230 cases; victims of actions classified as resistance to the authorities 5,281; and 4,968 cases of violent deaths still being investigated, lacking any known intention.
With a rate, recorded in 2016, of 91.8 violent deaths every 100,000 inhabitants, Venezuela is second among the countries in the world with the highest murder rates. In first place, as in 2015, we find El Salvador, with an average rate of 100 homicides per 100,000 inhabitants (in 2015 the number recorded was 103); and in third place comes Honduras, with a rate of almost 60 murders every 100,000 inhabitants (in 2015 the number registered was 56).
Moreover the OVV surveys reveal that violence generated by ‘resistance to the authorities’ increased considerably in 2017. “Resistance to the authorities, which includes clashes with the police, is a growing element of urban violence”, says Roberto Briceño-León, OVV director. “According to our surveys, every day in the whole of the country 15 people die in clashes with the police which means an annual total 4,500 deaths. We estimate that 2017 will register a number of 5,500 killed in urban clashes”.
We note that in 2016 in Syria the total number of casualties was 17,000 including 2000 children. In Venezuela, without an official war, the number was more than 12,000. According to the OVV annual report on violence for 2016, last year Venezuela registered at least 28,000 violent deaths. And, according to OVV forecasts, the figure at the end of 2017 could amount to 30,000. It is evident, therefore, that the 20 security plans launched in 1999, at the beginning of what was termed the Bolivian Revolution, were a complete failure, serious reports of violation of human rights on the part of the security forces, and deaths attributed to the People’s Freedom and Protection Operation, a military operation to fight insecurity and questioned by various sectors of the country.
Security contracted out to armed gangs
In the same way, Venezuela has seen an increase in criminal use of firearms, as well as rifle grenades in clashes with the police and in episodes of kidnapping. The use of war arms allows not only open clashes with the police but also attacks on police stations.
The state has handed security control over to criminal gangs as it happened in the past in penitentiaries, where today control is in the hands of the detainees.
This has led citizens to take their own security measures: roads closed with private vigilance authorised to signal the arrival of criminals or other similar dangers; curfews, normally set from sundown when people fearing violence seek safety at home.
Furthermore public display of mobile phones, expensive clothes, wristwatches and even shoes can trigger a murder. The theft of such objects in many cases, due to the high rate of inflation and fall in value of Venezuelan currency, renders more than thefts of money.
Besides all this, in the absence of action on the part of the security force and the judiciary, citizens in many cases decide to obtain justice with their own means. Frequently criminals caught red handed are lynched.
Food insecurity
Besides national insecurity the country suffers food insecurity, which causes serious episodes of fighting among the inhabitants for a little food with rising prices and scarcity of basic products,.
The deplorable situation in Venezuela today forces many to search in garbage dumps for food. Very often people fight over a bag of bread. It is unacceptable that this should happen in an oil producing country with some of the world’s largest reserves of oil .
Venezuela is living the weakest period in the whole of her republican history. It is saddening to see children, instead of going to school, searching for food scraps and in some cases stealing for the same reasons.
Venezuela is crying out for justice and needs help to find solutions for her difficulties. The world must know of our plight and give us the help we need. The world must know that we want to save our nation and that now more than ever we need the support of the whole international community.