In una fase di crescenti tensioni politiche, l'intera comunità cattolica kenyota è una voce che contribuisce a disinnescare i rischi di polarizzazioni sociali e politiche e si coinvolge direttamente per preservare l'unità nazionale, la pace e il bene comune. Il 7 ottobre una preghiera per il futuro del paese al Santuario mariano nazionale di Subukia
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Tra le tensioni politiche in Kenya, la Chiesa cattolica è una voce, talvolta grazie a sforzi compiuti ditro le quinte, tiene il paese unito e cerca di stare dalla parte giusta della storia. “Oltre alle lettere pastorali che abbiamo scritto come Vescovi cattolici, stiamo cercando di coinvolgere i diversi partiti per porre fine all’impasse politica”, afferma Mons. Philip Anyolo, Vescovo di Homabay e Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Kenya (Kenya Conference of Catholic Bishops, KCCB), in un'intervista esclusiva all’Agenzia Fides. “Con questo approccio devo dire che è la Chiesa che sta mantenendo il paese unito, fornendo una voce diversa da quella dei politici", sottolinea.
La sentenza della Corte Suprema
Dopo la sentenza della Corte Suprema del Kenya, che ha annullato le elezioni presidenziali dell’8 agosto - notizia che l’Agenzia Fides ha pubblicato proprio nel giorno dell’emissione della sentenza - venerdì 1° settembre, a livello globale si è elogiato il Kenya come l’unico paese africano che mostra segni di crescita democratica grazie a istituzioni indipendenti efficaci.
Le agenzie internazionali di notizie l’hanno definita “una decisione come senza precedenti”. Negli Stati Uniti, il New York Times ha descritto la sentenza come “audace e stupefacente”, mentre la CNN ha riportato la sentenza notando che “per la prima volta in Africa un tribunale ha annullato la rielezione di un leader in carica”. Africa Confidential ha confermato che la sentenza è stata “esaltata in tutta l'Africa come il trionfo dell'indipendenza de potere giudiziario”.
Jeffrey Atika, professore presso il Tangaza University College, dell'Università Cattolica dell'Africa Orientale (CUEA), osserva che la sentenza del tribunale è però una spada a doppio taglio: "Se la ripetizione delle elezioni presidenziali è correttamente preparata e gestita, la credibilità del sistema giudiziario verrà rafforzata e diverrà una fonte di incoraggiamento per i giudici di altri paesi ad affrontare l'esecutivo” spiega. "Nel caso in cui si crei un intoppo per l’attuazione delle nuove elezioni, coloro che hanno salutato la decisione della Corte suprema keniana rimarranno delusi, mentre i giudici perderanno la fiducia che hanno acquisito” spiega Atika sottolineando le reazioni della classe politica che sembrano minacciare la fragile pace in Kenya.
Mentre la coalizione dell'opposizione, la National Super Alliance (NASA) e il suo candidato alla presidenza Raila Odinga, ha salutato il 1° settembre 2017 come "un giorno storico per il popolo del Kenya e per estensione per tutti i popoli del continente africano", la reazione del presidente Uhuru Kenyatta, la cui rielezione è stata annullata, è passata dalla moderazione all'ira.
Nel suo discorso televisivo subito dopo la sentenza, il presidente Kenyatta ha promesso di rispettarla. Tuttavia, le sue dichiarazioni successive nelle manifestazioni pubbliche sono diventate polemiche nei confronti della magistratura, criticando la sentenza, il Presidente della Corte Suprema e il sistema giudiziario. In particolare ha definito il Presidente della Corte Suprema e ai suoi colleghi come "wakora", parola swahili che significa "criminali".
La Chiesa nei mass-media
Da parte sua, la NASA ha rifiutato il calendario della Commissione Elettorale Indipendente (IEBC), presentando quelle che ha definito le condizioni “minime irremovibili” da soddisfare prima della ripetizione della votazione, incluso il licenziamento di alcuni funzionari al vertice della Commissione Elettorale Indipendente. Dal momento della pubblicazione della sentenza, il paesaggio politico in Kenya sembra avvelenato.
In questo contesto, alcuni keniani hanno espresso scontento per una presunta mancanza di presa di posizione della Chiesa, sostenendo attraverso alcuni media locali che i leader della Chiesa tacciono sulla politica nazionale. "Dov'è la Chiesa in questi giorni?" Ha domandato il conduttore di una radio locale.
Mettendo in discussione la credibilità della Chiesa, queste affermazioni sembrano essere fondate su un certo livello di disinformazione, poiché i leader della Chiesa cattolica hanno parlato regolarmente dello stato della nazione.
A questo proposito, il Presidente della KCCB precisa: "La Chiesa parla ad un ritmo e un livello mai sperimentato prima e sta lavorando più che mai. Viviamo in circostanze diverse, in una nuova eccezione costituzionale in cui le istituzioni sono fondamentali. A differenza del passato, quando avevamo un unico partito politico e le denominazioni religiose parlavano separatamente con voci individuali, il nostro approccio è ora interreligioso. Attraverso questo approccio devo dire che è la Chiesa a tenere unito il Paese ".
“Ci stiamo sforzando, insieme ai leader religiosi di altre denominazioni religiose, di portare i candidati presidenziali del Jubilee (il partito di Kenyatta) e della NASA ad un incontro con la Commissione Elettorale Indipendente (IEBC) per trovare un compromesso per far sì che le elezioni si tengano, come da programma, il 26 ottobre. A tal fine, non siamo né a sostegno della modifica delle leggi elettorali, avviata dal partito Jubilee né alle molteplici richieste della coalizione della NASA” ha concluso Mons. Anyolo.
Rispettare le istituzioni
Il Vescovo Anyolo ha ricordato i precedenti interventi della Chiesa in Kenya per ripristinare la pace e la stabilità del paese: “Non si tratta solo del problematico passaggio storico che viviamo oggi; anche molto prima di queste elezioni, siamo stati attori coinvolti che hanno negoziato per gli attuali commissari della Commissione Elettorale Indipendente (IEBC) dopo che il paese è stato polarizzato con i precedenti commissari. Per tutto il tempo, abbiamo posto l’enfasi sul fatto che le nostre istituzioni vanno sostenute perchè cambiarle regolarmente non sembra aiutare”.
Nel messaggio del 6 settembre, i Vescovi cattolici hanno invitato “tutti i keniani a sostenere l'indipendenza, la dignità e l'integrità della Corte Suprema e delle istituzioni costituzionali”. “Mentre ogni individuo può criticare qualsiasi istituzione con cui non sia d'accordo, bisogna fermare gli attentati che sviliscono l'integrità della magistratura e qualsiasi altra istituzione pubblica”, hanno scritto. E affermano: “Chiediamo al partito Jubilee e ad altri leader di accettare di governare e di fermare le minacce, le intimidazioni e la vendetta contro la Corte Suprema”.
“L'eventuale esclusione del giudice capo della Corte Suprema David Maraga in seguito alla diffamazione ha un peso molto maggiore delle critiche”, hanno aggiunto.
I Vescovi hanno espresso le loro preoccupazioni riguardo a “le minacce della NASA per il boicottaggio delle elezioni presidenziali” e sulla tendenza dei leader del partito Jubilee ad agire “come portavoce dell'EBC”, sostenendo che “queste azioni violano l'indipendenza e l'autorità di IEBC”.
Abbracciare il dialogo e pregare
La posizione profetica dei Vescovi cattolici è risuonata mentre nel paese aumentava la tensione: “Stiamo cercando in ogni modo di portare a un dialogo tutti coloro che hanno opinioni diverse” ha affermato il vescovo Anyolo, raccontando il coinvolgimento della Commissione “Giustizia e Pac”e così come quella dell'Associazione delle Suore del Kenya (AOSK) e dei Gesuiti.
“La Chiesa non è un'istituzione politica. I politici vanno e vengono. La Chiesa rimane, offrendo una visione per il futuro, oltre scelte politiche a breve termine della giornata”, ha chiarito il vescovo Anyolo.
Intanto, il Vescovo Anyolo ha informato che la Chiesa cattolica in Kenya ha diramato un invito a tutte le persone di buona volontà per un momento di preghiera per la nazione, che si tiene il 7 ottobre, presso il Santuario mariano nazionale di Subukia. L’invito è ststao rivolto anche alla NASA, al partito Jubilee e ai membri della Commissione elettorale (IEBC).
Disagi alla società
La modifica della data per le elezioni presidenziali, spostate dal 17 al 26 ottobre, ha causato interruzioni e disagi in varie istituzioni in Kenya. Nella notifica diramata in un istituto cattolico a Nairobi, l'amministrazione ha chiesto “pazienza e comprensione perché l'università cerca di adeguarsi ai disagi causati dal cambiamento della delle elezioni”, dicendo anche: “Spero che non ci saranno ulteriori disturbi”.
Le affermazioni dei Vescovi cattolici in Kenya sembrano aver posto la Chiesa dalla parte giusta della storia e sembrano rafforzare le parole pronunciate dal giudice capo della Corte Suprema del Kenya, David Maraga, appena prima di annunciare l’annullamento del voto presidenziale di agosto, con una maggioranza di 4 giudici a 2. “La grandezza di una nazione – ha detto – sta nella sua fedeltà alla Costituzione e nella rigorosa adesione allo Stato di diritto e, soprattutto, nel timor di Dio”.
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Kenya: the Catholic Church keeps the country united
Amid political tensions in Kenya, the Catholic Church has provided a voice, sometimes through background efforts to keep the country together, being on the right side of history. “Apart from the letters we have written as Catholic Bishops, we have had background efforts, engaging various parties to end stalemates,” the Chairman of the Kenya Conference of Catholic Bishops (KCCB), says Bishop Philip Anyolo of Homabay in an exclusive interview. “Through this approach, I dare to say that it is the Church that is keeping the country together, providing a voice apart from that from the politicians”, he adds.
The Supreme Court Ruling
Upon the ruling by Kenya’s Supreme Court to annul the Presidential election, an event Fides published on the very day of the ruling on Friday, September 1, Kenya was globally hailed as a unique African country exhibiting signs of democratic growth through properly constituted independent institutions.
International news agencies termed the decision as unprecedented. In the U.S., The New York Times described the ruling as “bold and stunning”, while CNN reported the decision as “the first time in Africa that a court has nullified the re-election of a sitting leader”. In Africa, Africa Confidential confirmed that the ruling had been “praised across Africa as a triumph of judicial independence.”
Jeffrey Atika, a lecturer at Tangaza University College, a Constituency College of the Catholic University of Eastern Africa (CUEA), notes that the court ruling was a double-edged sword: “If the repeat of the (presidential) election is properly prepared and managed, it will imply credibility to the judiciary and serve as a source of encouragement to other judges elsewhere to stand up to the executive”, he explained. “In the event that the election timelines are botched, those who have hailed the decision by the Kenyan Supreme Court will suffer disappointment, with the judges losing the confidence they had gained”, Atika further explained in relation to the reactions of the political class that seem to be threatening the fragile peace in Kenya.
While the opposition National Super Alliance (NASA) coalition celebrated with their presidential candidate Raila Odinga describing September 1, 2017 as marking “a historic day for the people of Kenya and by extension for the people of the continent of Africa”, the reaction of President Uhuru Kenyatta whose re-election had been nullified changed from sobriety to anger.
In his television address, President Kenyatta promised to respect the ruling. However, his subsequent utterances at public rallies became combative to the judiciary, criticizing the ruling, the chief justice and the judicial system. He particularly referred to the Chief Justice and his colleagues as “wakora”, a Swahili word that means “crooks”. “Let’s move on,” he said, “But they will know we are also men”, referring to the Supreme Court judges.
The Church in the mass-media
On their part, NASA rejected the timetable of the electoral commission, putting forth conditions termed the “irreducible minimum” to be met before the repeat poll, including the sacking of some top officials at the commission. Since the ruling, the political landscape in Kenya seems poisoned.
Against this background, some Kenyans have made known their disappointment with the Church, claiming through a section of local media that Church leaders are silent on national politics. As Fides news agency confirmed, the public debates on some national television stations and radio phone-ins have broadcast claims these claims, putting Church leaders on the wrong side of history. “Where is the Church these days?” a local radio presenter has queried.
Putting to question the credibility of the Church, these claims seem to be founded on a certain level of misinformation since Catholic Church leaders have regularly spoken about the state of the nation.
In this regard, Bishop Anyolo who chairs KCCB precises: “The Church is speaking at a pace and level never experienced before and is working more than ever before. We are living in different circumstances within a new constitutional dispensation where institutions are key. Unlike the past when we had a single political party and denominations spoke separately with individual voices, our approach now is interreligious. Through this approach, I dare to say that it is the Church that is keeping the country together”.
The Bishop explained what the Church under his leadership is currently doing saying: “Our present background effort, being accomplished together with religious leaders from other denominations, is to bring Jubilee and NASA Presidential candidates to a meeting with IEBC to find a middle way so that elections actually take place as currently scheduled on October 26. In doing this, we are neither in support of changing the electoral laws as being initiated by Jubilee nor the many demands of NASA coalition”.
Respecting Institutions
Bishop Anyolo recalled previous interventions by the Church in Kenya to restore peace and stability in the country: “It is not just about this current problem but even long before this election, we were part of the stakeholders who negotiated for the present commissioners of the Independence Electoral and Boundaries Commission (IEBC) after the country was polarized with the previous commissioners. All along, our emphasis has been that our institutions must be sustained because changing them regularly does not seem to help”.
In their message of September 6, the Catholic Bishops called “on all Kenyans to uphold the independence, dignity and integrity of the Supreme Court and Constitutional institutions”.
“While every individual can criticize any institution that he or she disagrees with, attacks that diminish the integrity of the Judiciary and any other public institution should stop”, the Bishops cautioned and stated: “We call upon the Jubilee and other leaders to accept the ruling and stop the threats, intimidation and vendetta against the Supreme Court.”
“The singling out of Chief Justice David Maraga for vilification carries much more weight than criticism,” they added.
They expressed their concerns about “NASA threats to boycott the fresh presidential election” and the tendency of Jubilee leaders to act “as spokespersons of the IEBC” maintaining that “these actions infringe on the independence and authority of IEBC.”
Embracing dialogue
The prophetic stance of the Catholic Bishops has continued amid heightening tension in the country: “We are advocating for bringing all those with different views together at all costs in order to dialogue” Bishop Anyolo said, reccalling the involvement of the Commission for Justice and Peace as well as that of the Association of Sisters in Kenya (AOSK) and the Jesuits.
“The Church is not a political institution. Politics come and go. The Church remains, providing steps for the future, beyond the politics of the day,” Bishop Anyolo clarified.
Meanwhile, Bishop Anyolo informed that the Catholic Church in Kenya had extended invitation for prayer to NASA, Jubilee and IEBC on Saturday, October 7, at the Subukia National Marian Shrine as well as all people of good will aware that through prayer, things shape up.
Disruptions
The change of the date for the repeat Presidential election from the initial October 17 to the current October 26 has caused disruptions in various institutions in Kenya. In a notification to faculty of a Nairobi-based Catholic Institution, the administration has requested for “patience and understanding as the university tries to adjust to the disruption caused by the changing dates of the election,” also saying, “It is my hope that there will be no further disruption.”
The statements from the Catholic Bishops in Kenya seem to have put them on the right side history, a side that seems to be reinforcing the words of Kenya’s Chief Justice David Maraga just before giving the majority 4-to-2 ruling on September 1: “The greatness of a nation lies in its fidelity to the constitution and the strict adherence to the rule of law, and above all, the fear of God”.
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Kenya: l’Eglise catholique, ciment de l’unité du pays
Parmi les tensions politiques au Kenya, l’Eglise catholique a constitué une voix, parfois sur un fond d’efforts visant à conserver le pays uni, se trouvant du bon côté de l’histoire. « Outre les lettres que nous avons écrites en tant qu’Evêques catholiques, nous avons dû faire des efforts de fonds, demandant aux différentes parties de mettre fin aux impasses » indique S.Exc. Mgr Philip Anyolo, Evêque de Homa Bay et Président de la Conférence épiscopale du Kenya (KCCB) dans un entretien exclusif à l’Agence Fides. « Au travers de cette approche, j’ose dire que c’est l’Eglise qui a conservé le pays uni, en élevant une voix qui n’était pas celle des hommes politiques » ajoute-t-il.
La décision de la Cour Suprême
A propos de la décision de la Cour Suprême du Kenya annulant l’élection présidentielle, un événement annoncé le jour même, vendredi 1er septembre dans une dépêche de l’Agence Fides, le Kenya a été mondialement salué comme le seul pays d’Afrique démontrant des signes de croissance démocratique au travers d’institutions constituées indépendantes.
Des Agences de presse internationales ont qualifié la décision de sans précédents. Aux Etats-Unis, le New York Times a décrit la décision en question comme « audacieuse et étonnante » alors que la CNN faisait mention de cette décision comme « la première fois en Afrique qu’une Cour annule la réélection d’un responsable en place ». En Afrique, Africa Confidential a confirmé que la décision a été « appréciée sur le continent africain comme un triomphe de l’indépendance de l’autorité judiciaire ».
Jeffrey Atika, un conférencier du Tangaza University College, siège détaché de l’Université catholique de l’Afrique de l’est (UCAE), remarque que la décision de la Cour constitue une épée à double tranchant. « Si la réitération de l’élection (présidentielle) est bien préparée et gérée, elle renforcera la crédibilité de l’autorité judiciaire et servira de source d’encouragement à d’autres juges ailleurs pour s’opposer à l’exécutif – explique-t-il. Dans le cas où les délais de l’élection seraient réduits, ceux qui ont salué la décision de la Cour Suprême du Kenya seraient déçus et les juges perdraient la confiance qu’ils s’étaient conquis ». Jeffrey Atika explique encore, en rapport aux réactions du monde politique, que ces dernières semblent représenter un danger pour la fragile paix régnant au Kenya.
Alors que la coalition de l’opposition dénommée National Super Alliance (NASA) s’est réjouie avec son candidat, Raila Odinga, décrivant le 1er septembre 2017 comme « un jour historique pour le peuple du Kenya et plus largement pour le peuple du continent africain », la réaction du Président Uhuru Kenyatta, dont la réélection a été annulée, est passée de la sobriété à la colère.
Dans son discours télévisé, le Président Kenyatta a promis de respecter la décision. Cependant, ces sorties suivantes dans le cadre de réunions publiques devinrent combatives à l’égard de l’autorité judiciaire, la décision y étant critiqué, tout comme le Président de la Cour et le système judiciaire. Il a en particulier qualifié le Président de la Cour et ses collègues de « wakora », un mot de la langue Swahili signifiant escrocs. « Allons-nous en – a-t-il déclaré – mais ils apprendront que nous sommes aussi des hommes » se référant aux magistrats de la Cour Suprême.
L’Eglise dans les moyens de communication de masse
De son côté, la (coalition) NASA a rejeté le calendrier de la Commission électorale, posant des conditions qualifiées de « minimum incompressible » à remplir avant de réitérer le vote, y compris le départ de certains des responsables de la Commission. Depuis la Décision, le paysage politique kenyan semble s’être envenimé.
Contre cet arrière plan, quelques kenyans ont fait connaître leur déception à l’Eglise, prétendant, au travers d’une section des moyens de communication locaux, que les responsables de l’Eglise seraient restés silencieux en ce qui concerne la politique nationale. Comme l’a confirmé l’Agence Fides, les débats publics sur certaines chaînes de télévision nationales et stations de radio ont repris ces affirmation, plaçant les responsables de l’Eglise sur le mauvais côté de l’histoire : « Où est l’Eglise ces jours-ci ? » a demandé le présentateur d’une radio locale.
Mettant en question la crédibilité de l’Eglise, ces affirmations semblent se fonder sur un certain niveau de désinformation sachant que les responsables de l’Eglise catholique se sont régulièrement exprimés sur l’état de la nation.
A cet égard, S.Exc. Mgr Anyolo, qui préside la KCCB, précise : « L’Eglise parle à un rythme et à un niveau jamais vu auparavant et elle travaille plus qu’elle ne l’a jamais fait. Nous vivons actuellement des circonstances différentes, dans le cadre d’une nouvelle dispense constitutionnelle où les institutions sont essentielles. A la différence du passé où nous avions un seul parti politique et où les différentes dénominations parlaient séparément, notre approche est désormais interreligieuse. Au travers de celle-ci, j’ose dire que c’est l’Eglise qui a conservé le pays uni ».
L’Evêque a expliqué ce que l’Eglise fait actuellement sous sa responsabilité, déclarant : « Notre effort de fond actuel, réalisé avec les autres responsables religieux d’autres dénominations, consiste à porter les candidats à la Présidence de Jubilee (le parti du Président Kenyatta NDT) et de la coalition NASA à une rencontre avec l’IEBC (la Commission électorale NDT) afin de trouver un compromis de sorte que les élections aient bien lieu, comme cela est actuellement prévu, le 26 octobre. Ce faisant, nous ne soutenons ni un changement de la loi électorale, comme cela est le cas de Jubilee, ni les nombreuses requêtes de la coalition NASA ».
Du respect des institutions
S.Exc. Mgr Anyolo a rappelé les interventions précédentes de l’Eglise au Kenya visant à ramener la paix et la stabilité dans le pays. « Cela n’a pas simplement à faire avec le problème actuel mais, bien avant cette élection, nous avons fait partie des personnes qui ont négocié en vue de la mise en place des actuels Commissaires de la Commission électorale indépendante (IEBC) après que le pays ait été polarisé vis-à-vis des précédents Commissaires. Nous avons fortement insisté sur le fait que nos institutions doivent être soutenues parce le fait de les modifier régulièrement ne semble pas aider ».
Dans leur message du 6 septembre, les Evêques catholiques appelaient « tous les kenyans à soutenir l’indépendance, la dignité et l’intégrité de la Cour Suprême et des Institutions constitutionnelles ».
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Kenia: la Iglesia Católica mantiene unido al país
En medio de las tensiones políticas en Kenia, la Iglesia Católica alza su voz, a veces a través de grandes esfuerzos para mantener el país unido, tratando de mantenerse en el lado justo de la historia. “Además de las cartas que hemos escrito como Obispos Católicos, estamos realizado grandes esfuerzos para involucrar a varios partidos y poner fin a este atolladero”, dice Su Exc. Mons. Philip Anyolo, obispo de Homabay y Presidente de la Conferencia Episcopal de Kenia (Kenya Conference of Catholic Bishops, KCCB) en una entrevista exclusiva con al Agencia Fides. “A través de este enfoque, me atrevo a decir que es la Iglesia la que mantiene unido al país, proporcionando una voz diferente de la de los políticos”, añade.
La sentencia del Tribunal Supremo
Tras al sentencia del Tribunal Supremo de Kenia, que anula las elecciones presidenciales del 8 de agosto, un hecho que la Agencia Fides publicó el mismo día de la emisión de la sentencia, el viernes 1 de septiembre, se ha elogiado a Kenia a nivel global como el único País africano que muestra signos de crecimiento democrático gracias a instituciones independientes eficientes.
Las agencias de noticias internacionales ha calificado la decisión como algo sin precedentes. En Estados Unidos, el New York Times ha descrito la sentencia como “audaz y sorprendente”, mientras que la CNN lo ha descrito como “la primera vez que en África un tribunal anula la reelección de un líder en el cargo”. Africa Confidential ha confirmado que la sentencia ha sido “exaltada en toda África como el triunfo de la independencia judicial”.
Jeffrey Atika, profesor en la Tangaza University College, de la Universidad Católica de África Oriental (CUEA), comenta que la sentencia del tribunal es también una espada de doble filo: “Si la repetición de las elecciones presidenciales se prepara y se gestiona adecuadamente, se fortalecerá la credibilidad del poder judicial y se convertirá en una fuente de aliento para que los jueces de otros países se enfrenten al ejecutivo”, explica. “En el caso de que se creen problemas para la celebración de las nuevas elecciones, los que han aplaudido la decisión del Tribunal Suprema de Kenia se verán decepcionados, mientras que los jueces perderán la confianza que han adquirido”, explica Atika, señalando las reacciones de la clase política que amenazan la frágil paz en Kenia.
Mientras que la coalición de la oposición, la National Super Alliance (NASA) y su candidato presidencial Raila Odinga, ha señalado el 1 de septiembre de 2017 como “un día histórico para el pueblo de Kenia y por extensión a todos los pueblos del continente africano”, mientras que la reacción del Presidente Uhuru Kenyatta, ante la anulación de su reelección, ha pasado de la moderación a la ira.
En su discurso por televisión justo después de la decisión, el presidente Kenyatta prometió respetarla. Sin embargo, sus declaraciones posteriores en manifestaciones públicas se han vuelto polémicas contra el Poder Judicial, criticando la sentencia, al Presidente del Tribunal Supremo y al Poder Judicial. En particular, ha definido al Presidente del Tribunal Supremo y a sus colegas como “wakora”, una palabra swahili que significa “criminales”. “Vamos a seguir adelante”, ha declarado, “pero sabrán que también somos hombres”, refiriéndose a los jueces del Tribunal Supremo.
La Iglesia en los medios de comunicación
Por su parte, la NASA ha rechazado el calendario de la comisión electoral, presentando lo que ha definido como las condiciones mínimas “indispensables” que deben cumplirse antes de que se repita la votación, incluido el despido de algunos funcionarios al mando de la Comisión Electoral Independiente. Desde el momento en que se dictó la sentencia, el escenario político en Kenia parece estar envenenado.
En este contexto, algunos keniatas han expresado su insatisfacción ante la supuesta falta de posición de la Iglesia, afirmando a través de algunos medios locales, que los líderes de la Iglesia están mudos ante la política nacional. “¿Dónde está la Iglesia en estos días?” ha preguntado un presentador de radio local.
Cuestionando la credibilidad de la Iglesia, estas declaraciones parecen basarse en un cierto nivel de desinformación, ya que los líderes de la Iglesia Católica han hablado regularmente sobre el estado de la nación.
A este respecto, el Presidente de la KCCB afirma: “La Iglesia habla a un ritmo y un nivel nunca antes experimentados y está trabajando más que nunca, vivimos en circunstancias diferentes en una nueva excepción constitucional donde las instituciones son fundamentales. Con difernecia del pasado, cuando teníamos un solo partido político y las confesiones religiosas hablaban por separado con voces individuales, nuestro enfoque ahora es interreligioso. A través de este enfoque debo decir que es la Iglesia la que mantiene unido al país”.
“Nos estamos esforzando, junto con los líderes religiosos de otras confesiones, para llevar a los candidatos presidenciales del Jubilee (el partido de Kenyatta) y a los candidatos presidenciales de la NASA a una reunión con la Comisión Electoral Independiente (IEBC) para encontrar un compromiso que asegure que las elecciones se celebren, según lo previsto, el 26 de octubre. Con este fin, no estamos a favor de cambiar la ley electoral como pretende Jubilee, ni tampoco de las muchas peticiones de la coalición NASA” ha concluido Mons. Anyolo.
Respetando a las instituciones
Mons. Anyolo ha recordado las intervenciones anteriores de la Iglesia en Kenia para restablecer la paz y la estabilidad en el país: “No se trata sólo de el problema actual, sino que de algo que viene de mucho antes de estas elecciones, formamos parte del grupo que negoció sobre los actuales miembros de la Independence Electoral and Boundaries Commission (IEBC) después de que el país se polarizase con las comisiones anteriores. Por mucho tiempo, hemos puesto el énfasis en que nuestras instituciones deben ser sostenidas ya que cambiarlas regularmente no parece ayudar”.
En su mensaje del 6 de septiembre, los Obispos católicos llamaron a “todos los keniatas a defender la independencia, la dignidad y la integridad del Tribunal Supremo y de las instituciones constitucionales”.
“Si bien cada individuo puede criticar a cualquier institución con la que no esté de acuerdo, los ataques que disminuyen la integridad del Poder Judicial y de cualquier otra institución pública deben ser detenidos”, advierten los Obispos que declaran: “Pedimos a Jubilee y a los demás líderes que acepten la sentencia y dejen de lado las amenazas, de intimidación y venganza contra el Tribunal Supremo”.
Además han expresado su preocupación por las “amenazas del grupo NASA sobre boicotear las nuevas elecciones presidenciales” y la tendencia de los líderes de Jubilee de actuar como “portavoces de la IEBC”, sosteniendo que “estas acciones violan la independencia y la autoridad de la IEBC”.
Abrazando el diálogo
Los esfuerzos en favor de la paz de los Obispos Católicos han continuado en medio del incremento de la tensión en el país: “Estamos tratando por todos los medios de reunir a todos aquellos que tienen puntos de vista distintos para abrir un diálogo”, ha dicho el Obispo, recordando la participación de la Comisión Justicia y Paz, así como la de la Asociación de las Hermanas en Kenia (AOSK) y de los jesuitas.
“La Iglesia no es una institución política. La política va y viene. La Iglesia permanece, dando pasos en favor del futuro, más allá de la política actual”, ha explicado Mons. Anyolo.
Por otro lado, Mons. Anyolo ha comunicado que la Iglesia Católica en Kenia ha invitado a orar este sábado 7 de octubre en el Santuario Nacional Mariano de Subukia, a los grupos NASA, Jubilee y a la IEBC, así como a todas las personas de buena voluntad, conscientes de que sólo se puede mejorar a través de la oración.
Interrupciones
La modificación de la fecha para la repetición de las elecciones presidenciales, que inicialmente era el 17 y ahora será el 26 de octubre, ha creado interrupciones en varias instituciones de Kenia. En una notificación de una institución católica con sede en Nairobi, la administración ha pedido “paciencia y comprensión hacia la universidad que está tratando de adaptarse a la perturbación causada por las fechas cambiantes de las elecciones”, añadiendo: “esperamos que no se produzcan más trastornos”.
Las declaraciones de los obispos católicos en Kenia parecen mantenerse del lado justo de la historia, un aspecto que parece reforzar las palabras del presidente del Tribunal Supremo de Kenia, David Maraga, el día 1 de septiembre: La grandeza de una nación radica en su fidelidad a la constitución y la estricta adhesión al estado de derecho y, sobre todo, al temor de Dios”.