I fedeli nello stato di Orissa ricordano i massacri del 2008 e celebrano i loro martiri. Ma le istituzioni pubbliche e la magistratura sono latitanti: c’è ancora impunità per i colpevoli e scarsi risarcimenti alle vittime
-
ENGLISH -
ESPAÑOL -
FRANÇAIS -
DEUTSCH
La sfida dell’estremismo di marca induista che attraversa la nazione è uno dei temi presenti nel dibattito politico e sociale che in India tocca da vicino la vita delle minoranze religiose, soprattutto musulmani e cristiani. Gruppi radicali, fiancheggiatori del partito al governo, il Baratiya Janata Party del Premier Narendra Modi, continuano a promuovere violenza,a diffondere odio e intolleranza, secondo l’ideologia dell’ “hindutva” (“induità”) che vorrebbe una nazione solo per cittadini di religione indù. In tale quadro torna prepotentemente alla ribalta la situazione e le ferite della popolazione cristiana nello stato di Orissa (o Odisha), nell’India orientale, teatro di una delle ondate di violenza religiosa più imponenti della storia nazionale: i massacri anticristiani del 2008.
La popolazione locale mantiene vivo il ricordo e, da qualche anno, il 26 agosto (data commemorativa) osserva la ‘Giornata dei Martiri’. Anche nel 2017, migliaia di persone si sono riversate nel distretto di Kandhamal (Arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar) per commemorare questo cruento episodio di violenza anti-cristiana che si è abbattuta sull’India moderna. “I missionari sono arrivati a Kandhamal 120 anni fa e hanno enormemente contribuito allo sviluppo della popolazione nei settori dell’istruzione e della sanità. Non hanno mai costretto nessuno a convertirsi, anzi si sono adattati e hanno accettato la nostra cultura e la nostra tradizione”, ha detto il Vescovo Bijay Nayak, della diocesi di Phulbani. “Siamo orgogliosi di essere indiani e di avere celebrato di recente il 70° anniversario del Giorno dell’Independenza del nostro Paese. Tutti i cittadini hanno gli stessi diritti e lo stesso sistema di giustizia, tuttavia sette persone innocenti sono in carcere da nove anni senza aver commesso alcun crimine”, ha detto p. Ajay Kumar Singh, sacerdote locale dell’Odisha. Non c’è giustizia gli abitanti del distretto di Kandhamal. Nel 2008 a Kandhamal sono state distrutte 395 chiese, sono morte 100 persone, stuprate 40 donne e furono distrutte scuole, conventi e abitazioni. La violenza è andata avanti per cinque mesi. “L’assistenza e il recupero dei rifugiati è ancora in corso” ha detto p. Singh.
Il sacerdote ha anche citato lo studio portato avanti dall’avvocato della Corte Suprema Vrinda Grover e dal prof. Saumya Uma sul sistema di giustizia applicato ai sopravvissuti alle violenze di Kandhamal. Lo studio evidenzia che sono state fatte alla polizia 3.232 denunce ma che solo 827 sono state registrate; di queste, solo 512 hanno dato vita ad accuse formali. Sebbene i militanti abbiano commesso omicidi e violenze di ogni genere, non è stata intrapresa alcuna azione contro di loro, e continuano ad aggirarsi impavidamente per le strade. “C’è chi ancora sostiene che abbiamo avuto giustizia, ma quale giustizia? I cristiani sono stati abbandonati in quanto Dalit, minoranze e Adivasi”, ha spiegato p. Singh. “Dietro le violenze a Kandhamal c’erano interessi privati tra partiti politici e uomini d'affari”, ha detto Ram Krishna Panda, Membro del Consiglio Nazionale del Partito Comunista Indiano. “Quando proviamo a farci sentire contro il sistema di governo rischiamo di essere ammazzati solo perchè siamo dalit e adivasi (indigeni). Si tratta di un attacco alla nostra Costituzione. Bisogna proteggere la Costituzione” ha aggiunto Panda.
“E’ vergognoso che le vittime delle violenze di Kandhamal non abbiano ancora ricevuto giustizia dopo 9 anni”, ha detto Amiya Pandav, scrittore e giornalista. “Dopo nove anni non è stata fatta alcuna giustizia verso la minoranza cristiana. La decisione della Corte Suprema il 2 agosto 2016, che imponeva al Governo Statale di risarcire le vittime, non è stata messa in atto. Il dolore, l’agonia, i traumi psicologici, le minacce alle minoranze da parte dei fondamentalisti ancora esistono”, ha detto Jacob Pradhan, Membro dell’Assemblea Legislativa. “Oltre a rendere omaggio ai martiri, promettiamo di rimanere accanto alle vedove e ai familiari di dalit, adivasi, cristiani che ancora non hanno ricevuto una adeguata ricompensa né giustizia da parte del Governo”, ha dichiarato Pradhan.
“I sette cristiani innocenti ingiustamente imprigionati per l’omicidio del leader Hindu Swami Laxmanananda Saraswati ancora non hanno ricevuto giustizia”, ha sottolineato Pradhan.
Attacchi ben pianificati dai fondamentalisti hanno costretto i poveri dalit e tribali cristiani a fuggire verso le foreste. Dal 24 agosto 2008 (giorno nel quale è stato ucciso Swami Laxmanananda Saraswati), membri del gruppo estremista Hindu Viswa Hindu Parishad (VHP) ha organizzato una processione funebre percorrendo 220 kilometri, con il consenso dell’amministrazione statale.
L’omicidio ha avuto una grande ripercussione, ha generato sommosse nel distretto di Kandhamal ed ha costituito il pretesto per attaccare i cristiani. Sono rimasti uccisi 100 cristiani innocenti. Una suora cattolica è stata stuprata da una banda criminale. Oltre 6 mila chiese, luoghi di culto e di preghiera, istituti cristiani, conventi, presbiteri sono andati distrutti. La genesi della violenza anti-cristiana del 2007 e del 2008 ha costretto circa 60.000 persone a fuggire verso le foreste. Si tratta del massacro più efferato e ben pianificato contro i cristiani degli ultimi 300 anni in termini di dimensioni, natura e motivazioni oltre che di perdita di vite umane verificatisi nell’era moderna. La vita innocente di migliaia di cristiani è minacciata. Circa 30 mila persone hanno vissuto in campi profughi e oltre 10 mila studenti hanno smesso di studiare.
Prima delle violenze del 2007-2008 Kandhamal era una regione pacifica. La gente viveva in comunione, amore e unità. La Chiesa di Kandhamal rappresenta il cuore dell’Arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, in Odisha. La popolazione cattolica totale conta circa 70mila abitanti, dei quali a Kandhamal 50mila. E proprio queste 50mila persone sono state colpite direttamente dall’ondata di violenza anti-cristiana dei fondamentalisti Hindu. Il risarcimento da parte del governo alle vittime e ai sopravvissuti di Kandhaml è stato minimo. La decisione della Corte Suprema del 2 agosto 2016 prevede che lo Stato di Odisha garantisca ulteriori risarcimenti alle vittime. La richiesta era stata depositata dall’Arcivescovo Emerito mons. Raphael Cheenath, SVD, di Cuttack-Bhubaneswar. Un tribunale di grado inferiore aveva in precedenza fissato un risarcimento di 50mila rupie a quelli che avevano perso le loro case e 500mila rupie alle famiglie i cui parenti fossero stati uccisi.
Nella sua istanza, l’Arcivescovo aveva richiesto al tribunale un milione e mezzo di rupie per le famiglie che avevano subito omicidi in famiglia e 400mila rupie per le abitazioni danneggiate. Tuttavia, dopo quasi un anno la Corte Suprema ha stabilito che non fosse sancito alcun compenso alle vittime da parte del Governo. Nessuno dei criminali responsabili attualmente si trova in carcere. Gli assassini e gli stupratori sono liberi su cauzione mentre sette cristiani innocenti sono rinchiusi in carcere con accuse infondate. Due relazioni speciali della Commissione sulle indagini fatte e presentate al Governo di Odisha indicano i ribelli maoisti come gli assassini di Swamy Laxmananda, ma la colpa ricade ancora sulla comunità cristiana. Si potrebbe dire che dietro la violenza si nasconda il timore della crescita della comunità cristiana. I cristiani infatti sono aumentati mentre la percentuale degli indù in Odisha è diminuita. Secondo i dati disponibili dal censimento distrettuale, la popolazione cristiana di Kandhamal (comprese tutte le denominazioni) negli anni ‘90 era di circa 75.000 persone e nel censimento del 2001 è aumentata a fino 118.000 unità. C’è un aumento della popolazione cristiana ma questo non significa che gruppi fanatici come “Bajrang Dal” e “Vishwa Hindu Parishad” siano autorizzati ad ammazzare la gente, profanare luoghi religiosi, distruggere abitazioni.
--- ENGLISH ---
INDIA - Nine years after anti-Christian violence, where is justice?
The challenge of Hindu extremism across the nation is one of the issues in the political and social debate that closely affects the lives of religious minorities in India, especially Muslims and Christians. Radical groups, proponents of the party at the government, Baratiya Janata Party of Prime Minister Narendra Modi, continue to promote violence, spread hatred and intolerance, according to the ideology of "hindutva" that would like a nation only for Hindu religion citizens. It is in this context that the situation and wounds of the Christian population in the state of Orissa (or Odisha) in East India takes place, scene of one of worst and most impressive waves of religious violence in national history: the 2008 anti-Christian massacres.
The local population keeps its memory alive and for some years August 26 (commemorative date) observes the "Day of Martyrs", Even in 2017 thousands of people, came together in Kandhamal district (in the Archdiocese of Cuttack-Bhubaneswar) to commemorate this biggest anti-Christian violence in modern India. “120 years ago Missionaries arrived in Kandhamal and contributed a lot to the development of the people in the field of education and health. They never obliged people to conversion but they adapted and accepted our culture and tradition”, said Bishop Bijay Nayak, Phulbani Diocese. “We are proud to be Indians and we celebrated the 70th year of Independence Day of our country recently.
Every citizen has equal rights and justice but seven innocent people have been in the jail for nine years without having committed any crime”, said Fr.Ajay Kumar Singh, a local priest of Odisha.
In fact, justice has not been done towards the people in Kandhamal. In the 2008 violence, 395 churches were destroyed, 100 people died, 40 women were sexually assaulted, schools, convents and houses were completely destroyed in Kandhamal. The violence continued for 5 months. “The relief and rehabilitation of refugees is still under process” said Fr. Singh.
The priest also quoted the study carried out by Supreme court Advocate Vrinda Grover and Prof. Saumya Uma on the Justice delivery system of Kandhamal violence survivors. The study states that 3.232 complaints of cases have been lodged before the police and only 827 have been registered; of these, only 512 have been charged. Militants killed, murdered, raped and destroyed, but no action has been taken against them, they continue to roam around the street fearlessly. “Some still say that we have received justice but where is justice? They abbondoned them because they were Dalit, Minorities and Adivasi”, explained Fr. Singh.
“Behind the violence in Kandhamal there were private interests regarding political parties and businessmen”, said Mr. Ram Krishna Panda, National Council Member of the Communist Party of India. “When we raise our voices against the government system we risk being killed simply because we are Dalit and Adivasi. But it is equally an attack on our constitution. Let us take oath to protect the Constitution” continued Mr. Panda.
“It is shameful that the victims of the violence in Kandhamal have not received due justice even after 9 years”, said Amiya Pandav, Writer and Journalist. “After nine years no justice has been done towards the Christian minority. The Supreme Court’s decision on August 2, 2016 towards the State Government was not implemented. The pain, agony, and psychological trauma, threat to minorities by fundamentalists still exist”, said Jacob Pradhan, Member of the Legislative Assembly. “Besides paying homage to the martyrs we promise to stand by the side of widows, and the families of the Dalit, Adivasi poor Christians who are yet to receive adequate compensation and justice from the Government”, appealed Pradhan.
“There is injustice for the 7 Christian innocent people imprisoned for the murder of the Hindu leader Swami Laxmanananda Saraswati”, pointed Pradhan.
Well planned attacks were planned by fundamentalists, forcing poor Dalit and Tribal Christians to flee to the forests. From August 24, 2008 (day when Swami Laxmanananda Saraswati was killed), a member of the Hindu estremist group Viswa Hindu Parishad (VHP) organized a funeral procession covering 220 kilometres, allowed by the state administration.
The murder had a massive backlash and led to riots across Kandhamal district. More than 100 innocent Christian people were killed. A Catholic nun was raped by a gang. More than 6.000 Churches, places of worship and prayer halls, Christian institutions, convents, presbyteries were destroyed. The epicenter of the 2007 and 2008 anti-Christian violence forced about 60,000 to flee to the forests. This pogrom was the worst outbreak of anti-Christian violence, the largest well-planned attack on Christians in the last 300 years in terms of its scale, nature, and reason of damage and loss of human lives in modern era. The innocent life of thousand of Christians was under threat. About 30,000 people lived in the relief camp. More then 10,000 students stopped studying.
Kandhamal was a peace loving region before the 2007-2008 violence. People lived in fraternity, love and unity. Kandhaml Church is the heart of the Archdiocese of Cuttack-Bhubaneswar, Odisha. The total Catholic population of the Archdiocese diocese is about 70,000. Kandhamal has a Catholic population of 50,000 people. These 50,000 people were affected directly by the anti-Christian violence by Hindu fundamentalists.
The compensation provided by the Government for the victims and survivors of Kandhamal has been minimal. The Supreme Court’s decision on August 2, 2016 orders Odisha state government to provide additional compensation to victims of anti-Christian riots of 2008 . The petition was filed by retired Archbishop Raphael Cheenath, SVD of Cuttack-Bhubaneswar. A lower court earlier established 50,000 rupees in compensation to those who lost their homes and 500,000 rupees to families whose relatives were killed.
In his petition, the Archbishop asked the court for 1.5 million rupees for the families of those killed and 400,000 rupees for damaged houses. But after almost one year the Supreme Court established that no compensation should be given to the victims by the state Government.
None of the criminals responsible for destruction are in jail today. The murderers, rapists, looters and destroyers are today out on bail. However, seven innocent Christians are in jail today with fabricated cases. Two special Commission’s reports on Kandhamal probe submitted to the Government of Odisha indicate Maoist rebels as the killers of Swamy Laxmananda, but the blame is still on the Christian community.
It should be said that behind the violence there is the fear of the growth of the Christian community. Christian population has increased and the Hindus say that the percentage of the Hindu population in Odisha has decreased. According to data available by the district census, the Christian population in Kandhamal (including all the denominations) was about 75.000 in the 90s and increased to 118.000 Christians in the 2001 census. There is a growth in the Christian population but that does not mean fanatic organisations like Bajrang Dal and Vishwa Hindu Parishad can kill people, vandalise religious places, and make them homeless.
---
ESPAÑOL ---
INDIA - A nueve años de la violencia anticristiana, ¿dónde está la justicia?
El desafío del extremismo de tendencia hinduista que atraviesa la nación es uno de los temas del debate político y social que en la India condiciona la vida de las minorías religiosas, especialmente a musulmanes y cristianos. Los grupos radicales, favorables al partido en el gobierno, el Baratiya Janata Party del Primer Ministro Narendra Modi, continúan promoviendo la violencia, propagando odio e intolerancia, según la ideología de la “hindutva” que pretende una nación sólo para los ciudadanos de religión hindú. En este contexto vuelve a ponerse en el centro de la atención, la situación y las heridas de la población cristiana en el estado de Orissa (o Odisha) en la India oriental, teatro de una de las oleadas de violencia religiosa más impresionantes en la historia nacional: las masacres anticristianas del 2008.
La población local mantiene vivo el recuerdo y desde hace algunos años el 26 de agosto (fecha conmemorativa) está dedicado al “Day of the Martyrs” (Día de los Mártires). En 2017 miles de personas también se reunieron en el distrito de Kandhamal (en la Archidiócesis de Cuttack-Bhubaneswar) para rememorar este episodio sangriento anticristiano sufrido en la India moderna. “Los misioneros llegaron hace 120 años a Kandhamal y contribuyeron enormemente al desarrollo de la población el ámbito de la educación y la salud. Nunca obligaron a nadie a convertirse, es más se adaptaron y aceptaron nuestra cultura y tradición”, ha dicho el obispo Bijay Nayak, de la diócesis de Phulbani. “Estamos orgullosos de ser indios y de celebrar el 70 aniversario del Día de la Independencia de nuestro país. Todos los ciudadanos tienen los mismos derechos y el mismo sistema de justicia, pero a pesar de ello siete personas inocentes están en la cárcel desde hace nueve años sin haber cometido ningún crimen”, ha dicho el padre Ajay Kumar Singh, un sacerdote local de Odisha.
No se ha hecho justicia con la población de Kandhamal. En la violencia del 2008 en Kandhamal, 395 iglesias fueron destruidas, 100 personas asesinadas, 40 mujeres fueron violadas, escuelas, conventos y casas quedaron completamente destruidos. La violencia continuó durante 5 meses. “La asistencia y rehabilitación de los refugiados todavía está en proceso”, dice el p. Singh.
El sacerdote también ha citado el estudio realizado por la abogada del Tribunal Supremo Vrinda Grover y por el Profesor Saumya Uma sobre el Sistema de realización de Justicia para los supervivientes de la violencia en Kandhamal. El estudio señala que han sido presentadas ante la policía 3.232 denuncias pero que sólo se han registrado 827 casos; de estos, sólo 512 han ido adelante con acusaciones formales. A pesar de que los militantes asesinaron, violaron y destruyeron, no se han tomado medidas contra ellos, siguen caminando libres por las calles. “Todavía hay personas que afirman que hemos recibido justicia, pero ¿dónde está la justicia? Ellos los han abandonado porque son Dalit, minorías y Adivasi”, explica el padre Singh.
“Detrás de la violencia en Kandhamal había intereses privados relacionados con partidos políticos y con hombres de negocios”, dice Ram Krishna Panda, miembro del Consejo Nacional del Partido Comunista de la India. “Cuando levantamos nuestras voces contra el sistema gubernamental corremos el peligro de ser asesinados simplemente porque somos Dalit y Adivasi (indígenas). Pero se trata igualmente de un ataque contra nuestra Constitución. Tenemos que proteger la Constitución”, continua el Señor Panda.
“Es vergonzoso que las víctimas de la violencia en Kandhamal no hayan recibido justicia ni siquiera después de 9 años”, dice Amiya Pandav, escritor y periodista. “Después de nueve años no se ha hecho justicia hacia la minoría cristiana. La decisión de la Corte Suprema del 2 de agosto de 2016 referente al Gobierno del Estado no ha sido implementada. El dolor, la agonía y el trauma psicológico, que amenaza a las minorías causado por los fundamentalistas todavía existen”, dice Jacob Pradhan, miembro de la Asamblea Legislativa. “Además de rendir homenaje a los mártires, prometemos estar junto a las viudas y las familias de los Dalit, Adivasi cristianos pobres que todavía no han recibido una compensación adecuada ni la justicia del Gobierno”, puntualiza Pradhan.
“Los 7 cristianos inocentes encarcelados por el asesinato del líder hindú Swami Laxmanananda Saraswati todavía no han recibido justicia”, señala Pradhan.
Los fundamentalistas planificaron ataques bien organizados, obligando a los Dalit y a los cristianos tribales pobres a huir hacia los bosques. Desde el 24 de agosto de 2008 (día en que fue asesinado Swami Laxmanananda Saraswati), los miembros del grupo extremista hindú Viswa Hindu Parishad (VHP) organizan una procesión fúnebre de 220 kilómetros, permitida por la administración estatal.
El asesinato tuvo una reacción masiva y provocó disturbios en el distrito de Kandhamal. Más de 100 cristianos inocentes murieron. Una religiosa católica fue violada por una pandilla. Más de 6.000 iglesias, lugares de culto y salas de oración, instituciones cristianas, conventos, presbiterios fueron destruidos. El epicentro de la violencia anticristiana de 2007 y 2008 obligó a unas 60.000 personas a huir a los bosques. Este episodio fue el peor brote de violencia anticristiana, el mayor ataque planificado contra los cristianos de los últimos 300 años en lo referente a su escala, naturaleza y alcance de los daños y pérdidas de vidas humanas de la era moderna. Las vidas inocentes de miles de cristianos estuvo bajo amenaza. Alrededor de 30.000 personas se refugiaron en campamentos. Más de 10.000 estudiantes abandonaron sus estudios.
Antes de la violencia del 2007-2008 Kandhamal era una región que amaba la paz. La población vivía en fraternidad, amor y unidad. La Iglesia de Kandhaml es el corazón de la Archidiócesis de Cuttack-Bhubaneswar, en Odisha. La población católica total de la Archidiócesis es de unos 70.000. De los cuales 50.000 en Kandhamal. Estas 50.000 personas se vieron afectadas de forma directa por la violencia anticristiana de los fundamentalistas hindúes.
La indemnización proporcionada por el Gobierno a las víctimas y a los supervivientes de Kandhamal ha sido mínima. La decisión de la Corte Suprema del 2 de agosto de 2016 ordenó al gobierno del estado de Odisha que proporcionase una compensación adicional a las víctimas de los disturbios anticristianos del 2008. La petición fue presentada por el arzobispo emerito Raphael Cheenath, SVD de Cuttack-Bhubaneswar. Un tribunal de grado inferior había establecido anteriormente 50.000 rupias de compensación a los que perdieron sus hogares y 500.000 rupias a las familias cuyos familiares fueron asesinados.
En su petición, el arzobispo pidió a la corte 1,5 millones de rupias para las familias de los muertos y 400.000 rupias por las casas dañadas. Pero después de casi un año la Corte Suprema estableció que el gobierno del estado no debería dar ninguna compensación a las víctimas.
Ninguno de los criminales responsables están hoy en la cárcel. Los asesinos, violadores, saqueadores y destructores están en libertad bajo fianza, mientras que siete cristianos inocentes todavía se encuentran en la cárcel por acusaciones falsificadas. Dos informes especiales de la Comisión sobre las investigaciones de Kandhamal presentados al Gobierno de Odisha indican que los rebeldes maoístas son los asesinos de Swamy Laxmananda, pero la culpa sigue cayendo sobre la comunidad cristiana.
Se podría pensar que detrás de la violencia existe el temor al crecimiento de la comunidad cristiana. La población cristiana ha aumentado y los hindúes dicen que el porcentaje de la población hindú en Odisha ha disminuido. Según los datos disponibles por el censo del distrito, la población cristiana en Kandhamal (incluyendo todas las confesiones) era de alrededor de 75.000 en los años 90 y aumentó a 118.000 cristianos en el censo del 2001. Existe crecimiento en la población cristiana, pero eso no significa que las organizaciones fanáticas como “Bajrang Dal” y “Vishwa Hindu Parishad” puedan matar a la gente, vandalizar los lugares religiosos y destruir viviendas.
---
FRANÇAIS ---
INDE – Neuf ans après les violences antichrétiennes, quelle justice ?
Le défi représenté par l’extrémisme hindouiste qui traverse la nation constitue l’un des thèmes du débat politique et social qui, en Inde, touche de près la vie des minorités religieuses, surtout musulmanes et chrétiennes. Des groupes radicaux, sympathisants du parti aux affaires, le Baratiya Janata Party du Premier Ministre Narendra Modi, continuent à promouvoir la violence, à répandre la haine et l’intolérance, en suivant l’idéologie de l’hindutva qui voudrait faire de l’Inde une nation de seuls citoyens hindous. Dans ce cadre, revient sur le devant de la scène la situation et les blessures de la population chrétienne de l’Etat de l’Orissa, dans l’est de l’Inde, théâtre de l’une des vagues de violence religieuse les plus importantes de l’histoire nationale : les massacres antichrétiens de 2008.
La population locale en fait régulièrement mémoire et, depuis quelques années, la date du 26 août est observée comme Journée des Martyrs. En 2017 également, des centaines de personnes se sont rassemblées dans le district de Kandhamal, sis sur le territoire de l’Archidiocèse de Cuttack-Bhubaneswar, pour commémorer le plus important épisode de violence antichrétienne de l’Inde moderne. « Voici 120 ans, des missionnaires sont arrivés à Kandhamal et ils ont contribué largement au développement de la population dans les domaines de l’éducation et de la santé. Ils n’ont jamais forcé le peuple à se convertir mais il ont adapté et accepté notre culture et nos traditions » a indiqué S.Exc. Mgr Bijay Nayak, Evêque de Phulbani. « Nous sommes fiers d’être indiens et nous avons célébré récemment le 70ème anniversaire de l’indépendance de notre pays ».
« Chaque citoyen est égal en droits et devant la justice mais sept personnes innocentes se trouvent encore en prison pour neuf ans sans avoir commis aucun crime » indique le Père Ajay Kumar Singh, un prêtre de l’Orissa.
En effet, la justice n’a pas été rendue à la population de Kandhamal. Dans le cadre des violences de 2008, 395 églises ont été détruites, plus de 100 personnes ont perdu la vie, 40 femmes ont été victimes de harcèlement sexuel, sans compter la destruction complète d’écoles, de couvents et de maisons à Kandhamal. Les violences ont duré cinq mois. « Les aides et la réhabilitation sont encore en cours » affirme le Père Singh.
Le prêtre cite également l’étude réalisée par l’Avocat près la Cour Suprême Vrinda Grover et par le Pr. Saumya Uma sur le Système d’administration de la justice dans le cas des survivants des violences de Kandhamal. L’étude en question montre que 3.232 plaintes ont été déposées devant les autorités de police mais que seules 827 ont été enregistrées desquelles seules 512 ont eu des suites judiciaires. Les militants ont tué, assassiné, violé et détruit mais aucune action n’a été entreprise contre eux. Ils se promènent dans la rue sans crainte. « Nous disons toujours que nous avons reçu la justice mais où est la justice ? Ils sont laissés en liberté parce que nous sommes des dalits, des membres des minorités et des adivasis » explique le Père Singh.
« Les violences de Kandhamal ont été provoquées par le parti politique et par des hommes d’affaires pour leur propre profit. Aujourd’hui, nous sommes ici pour rechercher la fraternité, la paix et l’harmonie au sein du district » déclare Ram Krishna Panda, membre du Parti communiste d’Inde. « Lorsque nous avons élevé nos voix contre le système de gouvernement, nous avons risqué d’être tués en tant que dalits et adivasis. Mais ceci est également une attaque portée à notre constitution. Laissez-nous prêter serment pour protéger la Constitution » poursuit M. Panda.
« Il est honteux que les victimes des violences de Kandhamal n’aient pas reçu la justice qui leur revient neuf ans après les faits » déclare Amiya Pandav, écrivain et journaliste. « Neuf années se sont écoulées depuis le plus grand crime envers la minorité chrétienne et la justice n’a pas encore été rendue. La décision de la Cour Suprême du 2 août 2016 vis-à-vis du gouvernement de l’Etat n’a pas encore été appliquée. La souffrance, l’agonie et le traumatisme psychologique, la peur de la minorité vis-à-vis des fondamentalistes sont encore présents » indique Jacob Pradhan, membre de l’Assemblée législative. « Outre à rendre un hommage appuyé aux martyrs, nous promettons d’être aux côtés des veuves et des familles des dalits, des pauvres adivasis chrétiens qui doivent encore recevoir des indemnisations adéquates et la justice de la part du gouvernement » affirme M. Pradhan.
« Il est injuste que sept chrétiens innocents soient emprisonnés pour le meurtre du responsable hindou Swami Laxmanananda Saraswati » précise encore M. Pradhan.
Des attaques fortes et bien planifiées ont été programmées par les fondamentalistes, forçant les pauvres dalits et les chrétiens issus de populations tribales à fuir dans la forêt. A partir 24 août 2008 – jour de l’assassinat de Laxmanananda Saraswati Swami – des membres du groupe extrémiste hindou Viswa Hindu Parishad (VHP), organisé durant une procession funéraire parcourant 220 Km, autorisée par l’administration publique.
Le meurtre a eu des conséquences massives et des émeutes eurent lieu dans l’ensemble du district de Kandhamal. Plus de 100 chrétiens innocents furent tués. Une religieuse catholique fut victime d’un viol de groupe. Plus de 6.000 églises, lieu de culte et salles de prière, institutions chrétiennes, couvents et presbytères furent détruits. L’épicentre des violences antichrétiennes de 2007 et 2008 força quelques 60.000 personnes à fuir dans les forêts. Ce pogrom fut le pire acte de violence antichrétienne et la plus importante attaque planifiée dans le détail perpétrée contre les chrétiens au cours des 300 dernières années en termes d’échelle, de nature et de motif des dommages et de pertes en vies humaines. La vie innocente de centaines de chrétiens était en danger. Quelques 30.000 personnes sont passées par les camps de secours et plus de 10.000 élèves ont dû interrompre leur éducation.
Kandhamal était une région pacifique avant les violences de 2007-2008. La population vivait dans la fraternité, l’amour et l’unité. L’Eglise de Kandhamal représente le cœur de l’Archidiocèse de Cuttack-Bhubaneswar, en Orissa. La population catholique totale dudit Archidiocèse est de quelques 70.000 personnes, sachant que Kandhamal compte environ 50.000 catholiques. Ces 50.000 personnes ont été directement affectées par les violences antichrétiennes des fondamentalistes hindous.
La compensation versée par le gouvernement aux victimes et aux survivants des violences de Kandhamal a été minime. La Cour Suprême a ordonné le 2 août 2016 au gouvernement de l’Etat de l’Orissa de pourvoir à un dédommagement complémentaire des victimes des émeutes antichrétiennes de 2008. La requête a été déposée par l’Archevêque émérite de Cuttack-Bhubaneswar, S.Exc. Mgr Raphael Cheenath, SVD. Une Cour de rang inférieur avait accordé précédemment 50.000 roupies indiennes (environ 656 €uros NDT) à ceux qui avaient perdu leurs maisons et 500.000 roupies indiennes (soit environ 6.560 €uros NDT) aux familles dont des membres avaient été tués.
Dans sa requête, l’Archevêque émérite demandait à la Cour d’accorder 1,5 millions de roupies indiennes (soit 19.665 €uros NDT) aux familles en deuil et 400.000 roupies indiennes (soit 5.244 €uros NDT) à celles qui avaient subi des dommages à leurs maisons. Près d’un an s’est écoulé depuis la Décision de la Cour Suprême et aucun dédommagement n’a été versé aux victimes par le gouvernement de l’Etat.
Aucun des criminels responsables de ces destructions ne se trouve aujourd’hui en prison. Les meurtriers, les violeurs, les émeutiers et les destructeurs sont aujourd’hui en liberté. En revanche, sept chrétiens innocents sont aujourd’hui en prison sur la base de preuves fabriquées. Deux rapports de la Commission spéciale de Kandhamal sur les preuves soumises au gouvernement d’Orissa indiquent des rebelles maoïstes comme les tueurs de Swamy Laxmananda, mais l’accusation continue à peser sur la communauté chrétienne.
Il faudrait dire que, derrière la violence, se trouve la crainte de voir s’agrandir la communauté chrétienne. La population chrétienne a vu ses dimensions augmenter et les hindous affirment que la population hindoue en Orissa a diminué. Selon les données disponibles au niveau du district, la population chrétienne de Kandhamal – toutes dénominations confondues – était de quelques 75.000 personnes dans les années 1990 et se trouvait être de 118.000 dans le cadre du recensement de 2001. Il existe donc une croissance de la population chrétienne mais cela ne veut pas dire pour autant que des organisations fanatiques comme Bajrang Dal et Vishwa Hindu Parishad peuvent tuer des personnes, faire d’elles des sans abri et perpétrer des actes de vandalismes contre des édifices religieux.
--- DEUTSCH ---
INDIEN – Neun Jahre nach der antichristlichen Gewalt gibt es keine Gerechtigkeit
Die Herausforderung des hinduistischen Extremismus in allen Teilen des Landes ist eines der Themen, die im Mittelpunkt der politischen und sozialen Debatte stehen und betrifft das Leben der religiösen Minderheiten, insbesondere der Muslime und Christen aus nächster Nähe. Radikale Gruppen, die auf der Seite der Regierungspartei Baratiya Janata Party des Premierministers Premier Narendra Modi stehen, verbreiten Gewalt, Hass und Intoleranz und berufen sich dabei auf die “Hindutva”-Ideologie, die für alle indischen Bürger den Hinduismus als Religion fordert. In diesem Kontext sind die Wunden, die der christlichen Bevölkerung im Staat Odisha (bis 2011 Odisha) zugefügt wurden, Schauplatz größten Welle antichristlicher Gewalt in der Geschichte des Landes war: die antichristlichen Massaker des Jahres 2008.
Die einheimische Bevölkerung gedenkt seit einigen Jahren dieser Ereignisse am 26. August, dem so genannten "Tag der Märtyrer”. Auch 2017 kamen Tausende Menschen in Kandhamal (Erzdiözese Cuttack-Bhubaneswar) zusammen, um an diese größte antichristliche Gewalt in der modernen Geschichte Indiens zu erinnern. “Vor 120 Jahren kamen Missionare nach Kandhamal und leisteten einen großen Beitrag zur Entwicklung unter der Bevölkerung insbesondere im Bildungs- und Gesundheitswesen bei. Sie haben niemand gezwungen, zu konvertieren, sondern passten unsere Kultur und unsere Traditionen an und akzeptierten diese”, so Bischof Bijay Nayak von Phulbani. “Wir sind stolz Inder zu sein und wir feierten vor kurzem den 70. Jahrestag unserer Unabhängigkeit.
Alle Bürger haben die gleichen Rechte und Gerechtigkeit doch sieben unschuldige Menschen mussten neun Jahre im Gefängnis sitzen, ohne ein Verbrechen begangen zu haben”, so Pfarrer Ajay Kumar Singh aus Odisha.
In der Tat, gibt es für die Menschen in Kandhamal keine Gerechtigkeit. Bei den Massakern des Jahres 2008 wurden 395 Kirchen zerstört, 100 Menschen starben, 40 Frauen wurden vergewaltigt, Schulen, Klöster und Häuser wurden in Kandhamal vollkommen zerstört. Die Gewalt hielt fünf Monate lang an. “Über Hilfe und Rehabilitation für die Flüchtlinge wird weiter verhandelt”, so Pfarrer Singh.
Der Priester erinnert auch an eine Studie die der Oberstaatsanwalt Vrinda Grover und Prof. Saumya Uma über Wiedergutmachungsmaßnahmen für die Überlebenden der Gewalt durchführten. Wie aus der Studie hervorgeht wurden 3.232 Anzeigen bei der Polizei eingereicht, von denen nur 827 registriert wurden; davon wurden nur in 512 Fällen Anklage erhoben. Militante Aktivisten mordeten, vergewaltigten und zerstörten, doch es wurde nichts gegen sie unternommen und sie könnten sich weiterhin furchtlos in der Öffentlichkeit zeigen. “Manche behaupten heute noch, dass wir Gerechtigkeit erfahren hätten, doch wo ist diese Gerechtigkeit? Man hat die Opfer sich selbst überlassen, weil es Dalit, Minderheiten und Adivasi waren”, erklärt Pfarrer Singh.
“Hinter der Gewalt in Kandhamal verbargen sich private Interessen von politischen Parteien und Geschäftsleuten”, so Ram Krishna Panda vom Nationalrat der Kommunistischen Partei Indiens. “Wenn wir unsere Stimme gegen das Regierungssystem erheben, dann laufen wir Gefahr ermordet zu werden ganz einfach, weil wir Dalit und Adivasi sind. Doch dies verstößt gegen unsere Verfassung. Wir müssen für den Schutz unserer Verfassung eintreten“, so Panda.
“Es ist beschämend, dass es für die Opfer der Gewalt in Kandhamal nach neun Jahren immer noch keine Gerechtigkeit gibt”, so Amiya Pandav, Schriftsteller und Journalist. “Nach neune Jahren haben die christlichen Minderheiten keine Gerechtigkeit erfahren. Das Urteil des Obersten Gerichts vom 2. August 2016 gegen die Regierung wurde nicht umgesetzt. Schmerz, Todesangst und psychologische Traumata, die die Extremisten den Minderheiten zugefügt haben sind auch heute noch nicht überwunden”, so Jacob Pradhan von der Gesetzgegenden Versammlung. (Legislative Assembly). “Wir gedenken nicht nur der Märtyrer, sondern wollen auch an der Seite von Witwen, Dalit und Adivasi und der armen Christen stehen, damit sie eine angemessen Entschädigung von der Regierung erhalten und Gerechtigkeit erfahren”, so Pradhan.
“Den sieben unschuldigen Christen, die für den Mord an dem hinduistischen Anführer Swami Laxmanananda Saraswati inhaftiert wurden, ist Ungerechtigkeit widerfahren”, so Pradhan.
Gut durchdachte Übergriffe wurden von Fundamentalisten geplant und zwangen Dalit und Christen aus tribalen Völkern zur Flucht in die Wälder. Nach dem 24. August 2008 (dem Tag an dem Swami Laxmanananda Saraswati ermordet wurde) organisierte die extremistische Viswa Hindu Parishad (VHP) mit Genehmigung der Behörden einen 220 Kilometer langen Trauerzug.
Dieser Mord hatte massive Auswirkungen und führte zu Unruhen in ganz Kandhamal. Über 100 unschuldige Christen kamen ums Leben. Eine katholische Ordensschwester wurde Opfer einer Massenvergewaltigung. Über 6.000 Kirchen und Gebetssäle, Christliche Einrichtungen, Klöster und Pfarrhäuser wurden zerstört. Während der Zeit der größten antichristlichen Gewalt in den Jahren 2007 und 2008 mussten rund 60.000 Menschen in die Wälder fliehen. Dieses Pogrom war der schlimmste Ausbruch antichristlicher Gewalt, der umfangreichste und am besten geplante Übergriff auf Christen in den letzten 300 Jahren, was das Ausmaß, die Art und Weise und die Ursache für Sachschäden und Verluste von Menschenleben in der modernen Geschichte Indiens anbelangt. Tausende unschuldiger Christen waren in Gefahr. Über 30.000 Menschen suchten in Flüchtlings Camps Unterkunft. Über 10.000 Schüler brachen die Schule ab.
Kandhamal war vor der Gewalt in der Zeit von 2007 bis 2008 eine friedliebende Region. Viele Menschen lebten dort geschwisterliche, harmonisch und vereint zusammen. Die Gemeinden in Kandhaml sind das Herz der Erzdiözese Cuttack-Bhubaneswar (Odisha). In der Erzdiözese leben rund 70.000 Katholiken. Allein in Kandhamal leben rund 50.000 Katholiken. Diese 50.000 Menschen waren direkt von der antichristlichen Gewalt hinduistischer Extremisten betroffen.
Die bisherigen Schadenersatzzahlungen der Regierung für Opfer und Überlebende in Kandhamal waren minimal. Das Urteil des Obersten Gerichts vom 2. August 2016 ordnet an, dass die Regierung von Odisha weitre Schadenersatzzahlungen für die Opfer der antichristlichen Unruhen des Jahres 2008 auf den Weg bringen sollen. Die Petition war vom emeritierten Erzbischof von Cuttack-Bhubaneswar, Raphael Cheenath, SVD, eingereicht worden. Ein erstinstanzliches Urteil legte Schadensersatzzahlungen in Höhe von 50.000 Rupien für Menschen fest, die ihr Haus verloren haben und 500.000 Rupien für die Angehörigen der Opfer.
In seiner Petition forderte der Erzbischof 1,5 Millionen Rupien für Familien, die Angehörige verloren haben und 400.000 Rupien für zerstörte Häuser. Doch nach über einem Jahr, legte das Oberste Gericht fest, dass der Staat keinen Schadenersatz an die Opfer zahlen muss.
Keiner der für die Zerstörung verantwortlichen Täter ist heute im Gefängnis. Mörder, Vergewaltiger, Zerstöret, sind heute auf freiem FußDoch sieben unschuldige Christen befinden sich auf der grundlage konstruierter Fälle im Gefängnis. Zwei Sonderkommissionen legten Berichte über die Gewalt in Kandhamal bei der Regierung von Odisha vor und dokumentieren, dass maoistische Rebellen Swamy Laxmananda töteten, doch die Schuld wird weiterhin der christlichen Glaubensgemeinschaft zugewiesen.
Es sollte auch vielleicht auch gesagt werden, dass sich hinter der Gewalt die Furcht vor dem Wachsen der christlichen Gemeinden verbirgt. Die Zahl der Christen hat zugenommen und Hindus behaupten, dass die Zahl der hinduistischen Einwohner in Odisha zurückgeht. Wie aus einer Volkszählung im Distrikt hervorgeht lebten in Kandhamal in den 90er Jahren des vergangenen Jahrhunderts rund 75.000 Christen (aller Konfessionen). Bis 2001 stieg die Zahl der Christen auf 118.000. Es gibt ein Wachstum der christlichen Bevölkerung, doch dies bedeutet nicht, dass extremistische Organisationen wie Bajrang Dal oder Vishwa Hindu Parishad Menschen töten, religiöse Einrichtungen verwüsten oder Christen vertreiben dürfen.