Per una Chiesa sempre e tutta missionaria
di Agenzia Fides
A conclusione del mese missionario, padre Dinh Anh Nhue Nguyen OFM Conv che è Segretario Generale della Pontificia Unione Missionaria, ricordando le figure carismatiche di Paolo Manna e Pauline Jaricot, illustra le attività e lo spirito delle Pontificie Opere Missionarie
Se il mese di ottobre, che la Chiesa definisce “mese missionario” è un tempo speciale in cui i fedeli cattolici in tutto il mondo sono chiamati a riscoprire e rinnovare la loro vocazione missionaria, ricevuta in forza del battesimo, è pur vero che “la Chiesa è per sua natura missionaria” e l’opera di animazione, promozione, sensibilizzazione non si esaurisce certo in un mese all’anno. Dura , invece, una vita intera. Ne è convinto padre Dinh Anh Nhue Nguyen OFM Conv che è Segretario Generale della Pontifici Unione Missionaria, nonché Direttore del Centro Internazionale di Animazione Missionaria e dell’Agenzia Fides. Ricordando le figure carismatiche di Paolo Manna e Pauline Jaricot, padre Dinh Anh Nhue Nguyen OFM Conv illustra all'Agenzia Fides, a conclusione del mese missionario, le attività e lo spirito delle Pontificie Opere Missionarie, impegnate nella colletta universale, nella preghiera e nella comunicazione missionaria per 365 giorni all’anno.
All'Angelus di domenica 24 ottobre Papa Francesco ha espresso la sua gratitudine ai tanti missionari e missionarie: "sacerdoti, religiosi, religiose e fedeli laici, che in prima linea spendono le loro energie al servizio della Chiesa, pagando in prima persona – a volte a caro prezzo – la loro testimonianza". Cosa può dire e che messaggio vuole lasciare a conclusione del mese di ottobre, che la Chiesa definisce “mese missionario”?
Noi delle Pontificie opere missionarie (Pom) che a nome del Pontefice ci occupiamo della promozione e dell’animazione della missione evangelizzatrice della Chiesa in tutto il mondo, siamo molto grati a Papa Francesco per questo suo ringraziamento commovente ai missionari e alle missionarie, e ci uniamo ben volentieri a lui nell’esprimere sempre la nostra gratitudine a quanti si spendono con generosità “in prima linea”. E noi, che non siamo “in prima linea”, cosa possiamo fare per rendere ancora più concreta tale gratitudine? A proposito mi viene in mente la riflessione di un campione dell’animazione missionaria: il beato Paolo Manna, fondatore della Pontificia unione missionaria (Pum), una delle quattro Pontificie opere missionarie. Attraverso un’immagine e con il linguaggio specifico del suo tempo (siamo nel 1918, alla fine della prima guerra mondiale) egli scrive: “In guerra c’è sempre chi sta al fronte e chi nelle retrovie. Cosa fanno quelli nelle retrovie per i soldati combattenti? Parlano di loro con grande ammirazione. E i cristiani parlano dei missionari? Sentono per essi simpatia ed ammirazione? Nelle retrovie, pregano per i soldati al fronte e inviano loro molte cose. E voi, pregate per i soldati di Gesù Cristo, per i missionari, perché il Signore dia loro forza, coraggio, pazienza e tutte le grazie necessarie? Cosa mandate voi cristiani delle retrovie per le missioni?” Sono parole sante che non hanno perso del tutto la loro attualità. E per questo la Pum le ha riproposte a tutti nella sua pagina web per la meditazione missionaria per questo ottobre. Sì, sostenere i missionari e missionarie “in prima linea” con la preghiera intensa e incessante dovrà essere il primo impegno e, al contempo, un atto di gratitudine da parte di tutti coloro che sono “nelle retrovie”, per usare l’espressione del beato Manna. E poi, parlando di loro con simpatia e ammirazione, si deve cercare anche di raccogliere gli aiuti materiali necessari da inviare per la loro missione di evangelizzazione. Si tratta delle intuizioni che aveva seguito un altro campione dell’animazione missionaria, Pauline Jaricot, fondatrice della prima Pontificia opera missionaria, quella della Propagazione della fede, vale a dire “preghiera e carità” per sostenere le missioni e i missionari all’estero. Proprio grazie all’operato dell’Opera fondata da questa santa donna francese, è stata stabilita nel 1926 la Giornata missionaria mondiale che celebriamo ora ogni anno nella penultima domenica di ottobre, il mese missionario. Va richiamato a proposito che nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale del 2016, in occasione del 90° anniversario della Giornata, Papa Francesco ha scritto: «Ritengo pertanto opportuno richiamare le sapienti indicazioni dei miei Predecessori, i quali disposero che a questa Opera [della Propagazione della fede] andassero destinate tutte le offerte che ogni diocesi, parrocchia, comunità religiosa, associazione e movimento ecclesiale, di ogni parte del mondo, potessero raccogliere per soccorrere le comunità cristiane bisognose di aiuti e per dare forza all’annuncio del Vangelo fino agli estremi confini della terra. Ancora oggi non ci sottraiamo a questo gesto di comunione ecclesiale missionaria».
Può parlare della spirito e della celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale in tutte le Chiese locali?
In questa Giornata, tutti i fedeli “sono chiamati ad aprire il loro cuore alle esigenze spirituali della missione e ad impegnarsi con gesti concreti di solidarietà a sostegno di tutte le giovani Chiese”, come ben spiegato sul sito della Missio Italia, organismo pastorale costituito dalla Cei, che include tra l’altro la Direzione nazionale italiana delle Pontificie opere missionarie. Inoltre, la Giornata missionaria mondiale è anche l’occasione per ribadire e riscoprire la vocazione di ogni fedele a essere missionario e missionaria nel proprio ambiente, vale a dire testimone di Cristo e del suo amore, come pure per rinnovare lo zelo missionario in tutti noi fedeli. Si tratta di quanto Papa Francesco ha ricordato nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium al n. 120: «In virtù del Battesimo ricevuto, ogni membro del Popolo di Dio è diventato discepolo missionario (cfr. Mt 28,19). Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione e sarebbe inadeguato pensare ad uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori qualificati in cui il resto del popolo fedele fosse solamente recettivo delle loro azioni». Con questi obiettivi, per la Giornata missionaria mondiale e tutto l’ottobre missionario di quest’anno come già nel passato, sono state intensificate e moltiplicate le iniziative di promozione ed animazione missionaria da parte delle varie direzioni nazionali delle Pom nei loro paesi, alle quali va il nostro sentito grazie. In tale contesto, anche noi dei segretariati generali delle Pom abbiamo organizzato due eventi formativi missionari: un webinar sulla missione di evangelizzazione in Asia centrale nei giorni di 12-13 ottobre (che ha visto la partecipazione di molti interessati in collegamento da tutto il mondo), e un seminario/webinar sullo spirito missionario nella tradizione filippina che si svolgerà il prossimo sabato, 30 ottobre, proprio per concludere il mese missionario! Ovviamente, ci auguriamo che si parli e si faccia per le missioni anche dopo e ci impegniamo, affinché l’animazione e promozione delle missioni e della Missione della Chiesa continuino per tutto l’anno, perché missionarietà è l’aspetto costitutivo della Chiesa, secondo quanto insegnato dal Concilio Vaticano II: «La Chiesa durante il suo pellegrinaggio sulla terra è per sua natura missionaria, in quanto è dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che essa, secondo il piano di Dio Padre, deriva la propria origine». E aggiunge a proposito Papa Francesco: «se non lo fosse, non sarebbe più la Chiesa di Cristo, ma un’associazione tra molte altre, che ben presto finirebbe con l’esaurire il proprio scopo e scomparire».
Come può descrivere la figura di Pauline Jaricot, ardente promotrice e ispiratrice dell’opera missionaria?
La bellissima figura di Pauline Jaricot, che sarà beatificata il 22 maggio 2022, rimane per sempre fondamentale nella promozione e nell’animazione delle missioni. Come monsignor Dal Toso, presidente delle Pom, ha sottolineato durante la conferenza stampa di presentazione della Giornata missionaria mondiale, tre sono gli aspetti del carisma della Jaricot che mi sembrano attuali oggi. In primo luogo, il fatto che una giovane donna di soli 23 anni abbia fondato quella che poi è divenuta la Pontificia opera per la Propagazione della fede “dimostra come una reale ispirazione trovi spazio nella Chiesa, forse proprio perché viene da una donna. Non dimentichiamo che in quello stesso secolo XIX ci fu una enorme fioritura di istituti religiosi femminili che si dedicavano a scuole, orfanotrofi, catechesi, missioni, ospedali, anche in questo caso abbiamo a che fare con una donna che non è mai entrata in convento”. Pauline Jaricot quindi ricorda il ruolo fondamentale delle donne, o generalmente dei fedeli più semplici, per la missione della Chiesa. In secondo luogo, quanto ha fatto questa giovane donna francese parte “dalla sua ansia missionaria”. Oltre all’Opera per la Propagazione della fede, ha fondato circoli di preghiera per la missione, del Rosario vivente; anzi, ha tentato anche di costruire una fabbrica ideale per venire incontro ai bisogni spirituali e promuovere la dignità degli operai dell’epoca. Così ricorda l’arcivescovo Dal Toso che poi commenta: “Tutto è stato fatto per evangelizzare l’ambiente francese e per sostenere la missione in un periodo di forte scristianizzazione dopo la rivoluzione francese. Sinteticamente credo si possa dire che voleva coinvolgere tutti nella missione in terre lontane per evangelizzare nelle terre vicine”. Sogniamo quindi anche oggi altre cento, mille Jaricot per un rinnovamento missionario universale. Infine, come sottolineato, Pauline “è un seme da cui è nato un grande albero”. Ella “non è eccezionale solo per la santità della vita, ma per la grandezza dei frutti della sua opera. Ha messo in moto un vero movimento spirituale missionario grazie all’Opera della Propagazione della Fede, che ha avuto una diffusione immediata e capillare, anche perché costruito su un sistema semplice, ma geniale: gruppi di 10 persone, che poi si riunivano in 100 e poi in mille con un responsabile ad ogni livello”. In questo modo, tramite la sua Opera, Pauline Jaricot continua la sua promozione e la sua animazione delle missioni della Chiesa.
Lei guida la Pontificia Unione Missionaria: può illustrane lo spirito e l’opera?
Essendo una delle quattro Pontificie opere missionarie, la Pum si affianca alle altre tre – quella della Propagazione della fede, della Santa infanzia e di san Pietro apostolo – e cammina insieme con loro nella promozione e nell’animazione missionaria in tutto il mondo. Come sottolineato nello Statuto delle Pontificie opere missionarie, “l’obiettivo della Pontificia unione missionaria è la formazione e l’informazione missionaria dei sacerdoti, dei membri degli istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica, dei laici consacrati, dei candidati al sacerdozio e alla vita religiosa in tutte le sue forme, come pure di tutte le altre persone impegnate nel ministero pastorale della Chiesa” (art. 20). Perciò, “l’Unione si rivolge a tutti coloro che sono chiamati ad operare perché il popolo di Dio sia animato da spirito missionario e da grande sensibilità verso la cooperazione missionaria”. Va notata la frequenza dell’aggettivo “tutti”-“tutte” come pure l’ampio ventaglio dei destinatari delle azioni della Pum: sacerdoti, religiosi e religiose, laici. Non a caso il nostro motto è “Tutte le chiese per tutto il mondo”, ripreso da quanto proclamato dal beato Paolo Manna. In particolare, lo Statuto si riferisce al clero, ai religiosi e alle religiose, sottolineando che “l’Unione li aiuterà a prendere coscienza della loro responsabilità verso la missione universale della Chiesa. Il fine infatti dell’Unione è di approfondire la loro conoscenza della missione e di potenziare la loro sensibilità missionaria in modo che, anche nelle comunità loro affidate, promuovano una coscienza missionaria ed un impegno efficace per la missione universale della Chiesa. La stessa Unione li incoraggerà a trovare i metodi pastorali più consoni a questo scopo e cercherà di mantenere vivo il loro impegno apostolico. A questo scopo, essa favorirà anche scambi fraterni e testimonianze di solidarietà tra tutti gli operatori apostolici al servizio della Chiesa nei vari Continenti”. In una parola, facciamo l’“Unione” di tutte le forze in campo al servizio della missione evangelizzatrice comune della Chiesa, concentrandoci sulle attività di formazione, informazione, sensibilizzazione missionaria tramite varie iniziative di corsi di approfondimento o di aggiornamento sui temi della missione, incontri di studio, di riflessione e di preghiera (come il triduo missionario che vogliamo promuovere prossimamente), seminari, simposi o convegni, in presenza e adesso anche online (prima erano corsi a distanza), a livello locale, regionale o internazionale. Tutto ciò viene fatto sempre in spirito di collaborazione con tutti, soprattutto con i direttori nazionali delle Pom, e con i segretari delle altre tre Opere, con semplicità, nello stile fraterno e anche sinodale. Facciamo appunto l’“Unione” a partire da noi stessi e cerchiamo di essere sempre all’altezza della nostra vocazione di essere «l’anima delle altre Pontificie Opere Missionarie», come l’ha chiamata il santo Papa Paolo VI.