Il Vangelo ha sempre qualcosa da dire
di Fra Dinh Anh Nhue Nguyen OFM Conv *
Padre Emanuele Ciccia, della Comunità di Villaregia, missionario in Etiopia, raccontato la sua esperienza missionaria in una intervista al Direttore dell’Agenzia Fides
“Conoscere, capire cosa succede dall’altra parte del pianeta per trasformare una notizia che leggo in preghiera e per vedere come la Chiesa, i discepoli di Gesù, arrivino dappertutto e come dappertutto il Vangelo abbia sempre qualcosa da dire”. Così padre Emanuele Ciccia, della Comunità di Villaregia, missionario in Etiopia e in visita all’Agenzia Fides, ha raccontato la sua esperienza missionaria in una intervista al direttore dell’Agenzia padre Dinh Anh Nhue Nguyen.
Padre Anh Nhue: Padre Emanuele si presenti ai nostri lettori insieme alla Prefettura Apostolica di Robe nella quale svolge la sua missione
P. Emanuele: Sono missionario della Comunità di Villaregia, nata nel 1981, che ha varie missioni in particolare in America centrale e America latina, in Africa e in Europa. Ho lavorato 12 anni in Costa d’Avorio e da un anno e mezzo, dietro richiesta di p. Angelo Antolini, OFMCap., primo Prefetto Apostolico di Robe, Etiopia, insieme a tre sorelle e un altro padre, presto il mio servizio nella Prefettura (vedi Agenzia Fides 13/02/2012).
Siamo in una Prefettura apostolica, un campo di prima evangelizzazione vastissimo, con tantissimo lavoro da fare, per offrire un servizio missionario, essere presenti e offrire una presenza di Vangelo. Lavoriamo a stretto contatto con fra Angelo Antolini, e condividiamo il sogno e la passione per la prima evangelizzazione. E’ forte il desiderio di spingersi ai confini etiopi e, dietro richiesta, insieme al Prefetto muoviamo i primi passi nello stato federale chiamato Somali Region, con una popolazione che viene dal ceppo somalo, in un contesto totalmente musulmano. C’è questa grande spinta di p. Antolini verso queste zone per come dice lui “rendere presente la Chiesa. Se siamo due o tre lì c’è Gesù presente.”
Padre Anh Nhue: Quanti abitanti, cattolici cristiani ci sono in Etiopia?
P. Emanuele: In Etiopia ci sono oltre cento milioni di abitanti ed è grande 4 volte l’Italia. E’ un po’ difficile definire le percentuali di cristiani, mussulmani. Il cristianesimo è presente in tutte le sue sfaccettature. Qui in particolare è conosciuto per il cristianesimo ortodosso etiope, soprattutto al nord. La chiesa cattolica è minoritaria, celebra in due riti, latino e orientale, secondo le zone e i vicariati. Nella nostra Prefettura apostolica, vasta quanto un terzo dell’Italia e situata tra due fiumi importanti, il Webe Shebelle e il Gandale, si conta il 95% di fratelli musulmani.
Noi siamo a Robe e Goba, due città dove la presenza cristiana è leggermente superiore alla media. Risiediamo a Robe, dove le statistiche spaziano tra i 70 mila e i 150 mila abitanti, mentre a Goba, che dista 10 km da noi, c’è una presenza storica delle suore di Madre Teresa. La prima pietra di questo centro è stata posta proprio dalla Santa in persona. Tra l’altro fra Antolini ha voluto nominarla patrona della Prefettura Apostolica di Robe, anche per dare un’impronta di amore e di cura per i più poveri (vedi Agenzia Fides 16/7/2012). Le suore di Goba hanno un centro con poco più di 200 pazienti afflitti da patologie diverse, handicap fisici, patologie di natura psichica o psichiatrica. Di tutta la prefettura lì c’è una presenza di Gesù speciale grazie a questi pazienti!
P. Anh Nhue: Come a dire il loro servizio ordinario in modo straordinario, con un amore straordinario quello delle suore fino al sacrificio della vita propria.
P. Emanuele: Per noi la loro presenza è preziosa. Le missioni sono molto distanti le une dalle altre. Quella un po’ più strutturata, con una parrocchia, a due ore di strada, si trova ad Adaba ed è composta da due sacerdoti fidei donum e una sorella laica. Avere una presenza di sorelle così vicine a noi, a soli 10 km, ci ha permesso di fare gruppo, vivere una esperienza di sostegno reciproco e di amicizia.
P. Anh Nhue: Le suore hanno molto bisogno di voi, della vostra presenza, attività ordinaria in parrocchia. Vi completate in questo senso per un annuncio di Gesù Cristo e del Vangelo.
P. Emanuele: Si, facciamo squadra, loro ci danno un esempio enorme di amore ai più poveri tra i poveri e noi offriamo loro la celebrazione eucaristica e si prega così insieme, c’è una grande amicizia tra di noi. Sono preziose anche perché la cittadina di Robe presenta i segni delle povertà delle grandi città con tantissimi bambini di strada e homeless. Tante volte nella nostra presenza sulla strada facciamo amicizia con qualche fratello e sorella che grazie a Dio le suore accolgono nel loro centro offrendo un’alternativa a chi appunto viveva per strada da anni con storie molto tragiche.
P. Anh Nhue: In tutta l’Etiopia, strutturalmente, la Chiesa ha solo una Prefettura?
Padre Emanuele: Diciamo che la nostra è una Prefettura da ‘primi capitoli degli Atti degli Apostoli’. Ci sono le eparchie di rito orientale a nord, e le circoscrizioni ecclesiastiche di rito latino sono solo otto vicariati, non abbiamo diocesi e solo una prefettura apostolica. In Africa sono solo tre le prefetture: in Sahara occidentale, in Libia e noi, in Etiopia.
P. Anh Nhue: Può spiegare ai lettori il vostro servizio ordinario, in cosa siete impegnati ogni giorno?
P. Emanuele: Siamo presenti da appena un anno e mezzo e come è saggio fare continuiamo a stare in ascolto anche se cerchiamo di metterci in movimento. Il primo servizio è di collaborazione stretta con fra Angelo, qualcuno di noi assume qualche servizio più generale per la Prefettura di tipo amministrativo pastorale. Abbiamo iniziato con qualche opera sociale, piccoli segni per venire incontro soprattutto alla popolazione femminile e ai giovani, offriamo un aiuto alle scuole cattoliche. Ci appassiona molto essere vicini e stringere amicizia e buon vicinato con i fratelli e le sorelle che vengono dal mondo islamico. Stiamo molto per strada per salutare, conoscere, dire due parole in Oromo, la lingua locale. Crediamo che quando ti metti in strada il Signore si palesa.
P. Anh Nhue: Seguendo sempre il soffio dello Spirito Santo, annunciare Cristo anche quando noi non ce lo aspettiamo. Il vostro è un servizio principalmente alle persone non cattoliche, non cristiane?
P. Emanuele: A parte il servizio più strettamente parrocchiale, siamo in contatto con cristiani non cattolici dal mondo ortodosso e soprattutto mussulmani.
P. Anh Nhue: Nella Prefettura avete una parrocchia? Quante persone prendono parte? Avete attività di catechesi?
P. Emanuele: La domenica ci raggiungono una quarantina di persone che ci seguono nella pastorale ordinaria. In realtà stiamo cercando di ricostruirla in quanto sono due parrocchie nelle quali c’è stata un’alternanza di preti e di parroci molto frequente. Stiamo provando ad iniziare cammini di pre-catecumenato, come nella cittadina totalmente islamica di Dinsho dove 4, 5 o a volte 2 o 7 persone provenienti da background islamico hanno piacere di conoscere il Vangelo. Con loro stiamo affrontando il Vangelo di Marco, che dicono essere il più kerigmatico, e settimana dopo settimana speriamo di poter approfondire il nostro servizio in questa cittadina dove sono già presenti due asili cattolici che hanno dato la possibilità di essere lì presenti e così continuare in qualche altra cittadina vicina o lontana.
P. Anh Nhue: E’ molto interessante questo discorso di stringere l’amicizia. Da quella amicizia umana trasmettiamo quella di Cristo. Grazie per questo vostro servizio e missione. Desidera dire qualcosa ai nostri lettori di Fides, in tutto il mondo, uniti nella stessa missione. Da missionario al fronte cosa direbbe, in particolare, ai battezzati missionari in Italia, in Europa o America cosa si sente di dire come fratello di fede?
P. Emanuele: Da fratello di fede vorrei ringraziare i lettori per il loro desiderio di conoscere. A volte, si sottolinea molto nel mondo missionario che sostenere la missione significa fare offerte, sacrifici per la missione. Io ritengo molto importante conoscere, capire cosa succede dall’altra parte del pianeta. Credo che sia il modo migliore per trasformare una notizia che leggo in preghiera e per vedere come la Chiesa, i discepoli di Gesù arrivino dappertutto e come dappertutto il Vangelo abbia sempre qualcosa da dire. Informarsi, conoscere è molto importante. Anche per me, da missionario, molto concentrato sulla mia realtà di Robe è importante conoscere altri contesti di missione, ecclesiali, vedere come laici, missionari, famiglie, altri discepoli di Gesù dall’altra parte del mondo cercano con passione di portare il Vangelo. Questo a me fa crescere. Bisogna conoscere, incuriosirsi. Continuate a leggere Fides.
P. Anh Nhue: Grazie mille, p. Emanuele, per la sua visita e per le sue parole. L'Agenzia Fides cerca di informare in tutto il mondo sulla missione che la Chiesa sta portando avanti oltre i confini. Se non conosci non puoi provare un amore, non ti senti ispirato. Conoscere i fratelli e le sorelle di fede come voi tutti state facendo nei vari contesti, tra alti e bassi della vita, momenti di malattia, di lontananza, ma sempre in comunione con tutti i fratelli e sorelle di fede. Preghiamo a vicenda sapendo che tanti stanno soffrendo e condividiamo tutto in comunione per poi poter arrivare alla collaborazione. Grazie ancora e buona continuazione della missione.
La Prefettura di Robe, eretta da Papa Benedetto XVI l’11 febbraio 2012, ha una superficie di 103.769 km2, una popolazione di oltre 4 milioni di abitanti, 1.090 cattolici, 12 chiese, 8 sacerdoti, 35 battezzati nell’ultimo anno.
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Direttore dell'Agenzia Fides