L’Anno speciale Laudato Si’, opportunità di rinnovamento pastorale e missionario in America Latina
di Silvano Malini
Esponenti delle Chiese latinoamericane accolgono l’iniziativa promossa dal Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale come feconda spinta all'evangelizzazione: collaborare con Cristo per generare "vita nuova"
L'Anno speciale dedicato all'enciclica "Laudato si' " sarà un feconda opportunità di rinnovamento pastorale e di evangelizzazione in America Latina. Ne sono convinti esponenti delle Chiese che hanno accolto l’iniziativa promossa dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale come una proposta che potrà aiutare le Chiese nella loro missione evangelizzatrice nell'intera società.
“L’Anno Laudato Si’ offre a tutte le comunità ecclesiali strade, iniziative e opportunità per concretizzare gli obiettivi dell’encicilica”, afferma, in dialogo con l'Agenzia Fides, Alirio Cáceres, referente di "ecologia integrale" della Caritas Latinoamericana. Tali parametri, spiega l’esperto, “sono focalizzati all’ecologia integrale. Rispondono all'appello dei poveri e a quello della terra”. In questo contesto, l’Anno Speciale dedicato alla Laudato Si’ rappresenta una sorta di “piano di lavoro che Papa Francesco porge a tutte le organizzazioni ecclesiali per realizzare lineamenti della visione del suo magistero”.
Fa eco la Chiesa messicana, nel primo punto del documento “Anno Laudato Si’ 2020-2021 - Itinerario per la Chiesa in Messico”, quando parla di “un anno in cui occorre investire l’azione pastorale nel conseguire una spiritualità ecologica che può assicurare cambiamenti di fondo e non formali, e ci può aiutare a mirare a un’ecologia integrale anziché a un’ecologia verde”. E David Torres, segretario per la Commissione per la Cura Integrale della Creazione nella Conferenza episcopale del Messico, rileva che in tale pronunciamento si lanciano sette linee per lavorare in comunione con le diocesi. “Stiamo organizzando incontri diocesani virtuali - data la pandemia in corso - per cercare insieme la via da percorrere a livello pastorale di evangelizzazione”. L’Anno promosso dal Papa ed indetto dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha trovato terreno fertile nella Chiesa messicana e in quella mesoamerica, regione nella quale si sta consolidando la REEMAM (Rete Ecologica Ecclesiale MesoAmericana), nata sulla falsariga della sua omologa e pioniera rete panamazzonica REPAM.
Torres è convinto della necessità di un lavoro intenso e capillare di sensibiliizzazione: “Ci sono ancora gruppi nella Chiesa che pensano che non sia di competenza ecclesiale mettere in atto una ‘pastorale integrale’ che inglobi la cura del creato e dei più derelitti. La cura del territorio e la difesa dei beni naturali dall’impoverimento smisurato è importante almeno quanto la separazione dei residui e il riciclaggio”, afferma. “Chi sfrutta abusivamente le risorse naturali uccide persone, e c’è urgente bisogno di politiche pubbliche che accompagnino una visione diversa”. Caritas e la Chiesa tutta possono influire su tali politiche grazie alla promozione di “un’economia solidale e dell’agroecología, che integra il modello di produzione rispettoso della natura e del lavoro di chi lavora la terra” e, con i loro sforzi ,affinché i contadini abbiano a disposizione canali distribuzione adeguati per i loro prodotti”.
Un’azione di successo messa in atto in Messico si è concentrata soprattutto nella Settimana Laudato Si’. Approfittando l’opportunità della maggiore disponibilità di tempo e di predisposizione alla riflessione data dal confinamento a causa del Covid-19, la Caritas ha prodotto e diffuso videomessaggi volti a favorire pratiche di quella “conversione ecologica” auspicata nella Laudato Si'. L’emergenza Covid-19, poi, ha rinforzato la necessità di pratiche in questa linea, ed oltre a materiali per la preghiera in famiglia si è deciso di mettere l’accento sulla sicurezza alimentare, con una “proposta di alimentazione autonoma, almeno in parte, attraverso l’istruzione per la creazione di orti familiari”. Dopo la diffusione di manuali digitali, si è puntato a formare figure di "promotori", tra i membri dell’arcidiocesi della capitale, per poi accompagnare altre famiglie, e infine proporre il programma a livello nazionale attraverso la rete delle Caritas parrocchiali. L’attività, pensata come un’opzione permanente, non si limita alle aree urbane, poiché si è offerta formazione per impiantare orti “da azotea” (tetti equiparabili a grandi terrazzi, molto diffusi nelle città latinoamericane). Un passo prossimo sarà quello del passaggio a "orti comunitari" in spazi pubblici.
Da metà giugno si punterà a generare e livello nazionale “reti solidali tra vicini, sorte dalla necessità di risolvere in loco le necessità alimentari, di salute e sicurezza, a seconda dei bisogni di ciascuna parrocchia o diocesi”, illustra Torres. Ciò è quantomai fondamentale nell’ambito contadino messicano, ma le condizioni sono pressochè identiche nella pratica totalità dei Paesi latinoamericani. Da generazioni, ormai, i contadini “non vedono come un’opzione corretta seminare ortaggi, ma pensano al massimo alla possibilità di seminare, oltre alla monocoltura della zona, che può assicurare una minima sussistenza, al massimo mais e fagioli per l’alimentazione familiare. Per questo è opportuno questo progetto, che include anche la formazione all’allevamento avicolo per carne e uova”.
Dall’Argentina, Diego Solano, cofondatore del "Piano Renova" e uno degli animatori del Tavolo di Lavoro nazionale per la Settimana Laudato Si’, considera che, grazie alla Settimana e all'Anno speciale, “abbiamo un anno di lavoro affinché queste tematiche arrivino alle parrocchie, alle catechesi e ai luoghi di lavoro. Auspichiamo che in parrocchie e scuole cattoliche si sviscerino i contenuti dell'enciclica e si contribuisca a formare una mentalità che sfoci in azioni per la cura della casa comune”. In Argentina, in effetti, la Conferenza episcopale st ha promosso la celebrazione della Settimana con eventi online propri e con la partecipazione al Tavolo, composto da sette movimenti ecclesiali, organizzazioni e organismi episcopali. Ora, nota Solano, “a livello locale dipende molto da noi laici e dai sacerdoti. Se un parroco fa resistenza, nella sua parrocchia non si parlerà delle questioni legate alla Laudato Si'. Un cambiamentoo deve venire anche dal pulpito”, afferma, perché “se non si parla ogni tanto della cura della casa comune, è difficile che questa cultura prenda piede”. Solano è fiducioso perché “parlando con qualsiasi giovane cattolico, si sente l'interesse per questi temi: cresce la consapevolezza che il vero discepolo missionario si prende cura della casa comune".
Il Dicastero vaticano, oggi “impegnato nella lotta al coronavirus e nella Task Force creata dal Papa per il post-pandemia”, fornirà materiali, ed è fondamentale che tali sussidi arrivino “capillarmente alle parrocchie e alle comunità”. Nelle metropoli latinoamericane ci sono concrete possibilità di accesso a ciò, ma “quando ci si allontana e si va in aree rurali, questo non spesso succede ”.
Alirio Cáceres si chiede perché la Laudato Si' sia “un’enciclica così popolare nella Chiesa e fuori di essa?”. Per due ragioni, a suo avviso. Perché i temi che tratta “sono trasversali e sono alla radice della crisi: la terribile esperienza della pandemia ha confortato e confermato la diagnosi che il Papa offre nell'enciclica, e la soluzione che egli indica: la cultura della cura, l’educazione alla spiritualità e la riforma dell’economia sono collegate”. Inoltre, "il Dicasero e il Movimento Cattolico Mondiale per il Clima l’hanno lanciata e promossa attraverso i loro animatori” anche in ambienti sociali e culturali, fuori dalle Chiese. Durante le Settimana si è visto anche un avvicinamento progressivo del mondo accademico. Per Cáceres, l’ Anno Speciale configura un “tempo di alleanze, di coalizioni, di reti”, anche a livello regionale per preparare ed applicare “l’antivirus dell’amore che si fa tenerezza e servizio”.
Vale la pena ricordare che “cinque anni fa Francesco andò all’ONU con la Laudato Si', quando si stava decidendo l’Agenda 2030 con gli annessi Obiettivi di Sviluppo del Millennio e propose gli Obiettivi Laudato Si’, con una rilettura ecclesiale della situazione”. Il Papa “è pontefice, tende ponti, verso l’accademia, l’imprenditoria, le culture e le religioni". Per questo il Dicastero sta intessendo dialoghi ad alto livello con Davos e col settore finanziario, petrolifero, minerario e tecnologico, per cercare un’etica comune, rispettosa della dignità dell'uomo, in queste aree che sono molto potenti e stanno trasformando la nostra realtà”.
“Il Papa, con la sua equipe di consulenti vuole incidere nel generare condizioni più umane per assicurare a tutti terra, tetto e lavoro e valorizzare gli invisibili. L’ha espresso anche nel Sinodo: ‘Ciò che prima era periferia ora è centro’. È un approccio evangelico: ‘La pietra scartata dai costruttori è ora la pietra angolare’”. Ma il Papa - prosegue - "vuole mettere il vino nuovo in otri nuovi. Siamo abituati a una struttura ecclesiale piuttosto rigida, e questi temi trasversali portano a trovare nuove modalità per il dialogo e il lavoro di squadra”. Nell’esortazione apostolica Querida Amazonia, Francesco parla di “un sogno ecclesiale”, quello di “una Chiesa più sinodale e collegiale”, che vale per tutta la Chiesa e per ogni sua parte. “Ci vorrà tempo, ma ciò implica pensare a un nuovo modello di gestione e organizzazione, dal carattere interdisciplinare e impegnata, in senso missionario, su vari fronti”. Secondo Alirio Cáceres, “abbiamo bisogno di un cuore e di una mente aperti per rinnovare la pastorale e l'evangelizzazione a livello continentale, nazionale, diocesana e parrocchiale, per agire da collaboratori di Cristo in modo da generare vita nuova”.